Il segretario dem ospite di Perfidia è già pronto per le Regionali: «I cittadini meritano di meglio, questo è un governo di comparse». La (tiepida) difesa di Orsomarso (Fdi). E Francesca Pascale boccia Forza Italia: «È troppo grigia e supina agli alleati sovranisti»
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Un complimento a Fausto Orsomarso per lanciare un’accusa a Roberto Occhiuto e a tutta la sua giunta. Nicola Irto, dagli studi di Perfidia, usa l’ex assessore regionale al Turismo (oggi senatore di Fdi) come sponda: «Do un merito a Orsomarso da assessore: era un assessore politico e sapevi che c’era. Dopo Orsomarso mi chiedo: chi è l’assessore regionale al Turismo? Chi è l’assessore regionale alle Infrastrutture? O all’Ambiente? Non esistono: ci sono delle comparse che non sono in Calabria e non affrontano le questioni assieme ai calabresi. Quella di Occhiuto è una giunta che non c’è: c’è soltanto il presidente che ogni giorno dice che deve comunicare qualcosa». La campagna elettorale per le Regionali è già partita e le fiamme divampano negli studi di LaC. Breve intermezzo difensivo di Orsomarso («non è vero, da assessore ho potuto tranquillamente programmare senza paletti da parte di Occhiuto»), poi è il turno del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, uno dei possibili (al netto di tutti i forse, chissà, è presto, vengono prima i programmi…) candidati del centrosinistra.
Prima bordata, sempre di sponda, con un complimento a un assessore attuale e l’attacco al governatore: «Giovanni Calabrese sul Pai sta provando a mettere le pezze ai disastri che hanno fatto Occhiuto e la sua struttura che hanno votato una cosa che manco sapevano che cos’era». Il Pai è il Piano di assetto idrogeologico che ha creato panico e una piccola sommossa da parte di sindaci trasversali per territorio e appartenenza politica: «Rischiamo da qui a breve di avere tutto bloccato perché il centrodestra non sapevano neanche a cosa stava dando un parere positivo».
La sanità? Un disastro per Stati che – sottolinea – parla da sindaco, non da aspirante candidato: «Nel 2024 l’emigrazione è ritornata ai livelli di prima (vale più di 300 milioni, ndr)». Si rivolge a Occhiuto: «Hai voluto il commissariamento, hai fatto Azienda Zero e siamo tornati indietro». E poi «sull’alta velocità l’assessore ai Trasporti non dice una parola» mentre per Arrical chiama di nuovo in causa Calabrese: «Gli ha dato la nuova agenzia dopo che l’ha fatta, quando era tutto deciso».
Il ticket con Irto funziona e il segretario regionale del Pd rilancia: «La Calabria merita di più rispetto al non governo che c’è oggi: su sanità e trasporti non ci sono miglioramenti e i territori sono abbandonati. Ricevo chiamate da sindaci di centrodestra che mi dicono di non trovare interlocuzione in questa Regione».
Orsomarso: «In Calabria non parte la scintilla ma è colpa di tutti»
Orsomarso, da parte sua, rintuzza ma ammette i ritardi calabresi. Che per lui non sono ascrivibili al centrodestra ma a tutto il ceto politico della regione. Il paragone con la Campania mostra tutti i limiti di anni di politiche inefficaci. «De Luca – spiega Orsomarso – governa la Campania poggiandosi su un contesto effervescente: Napoli non è Sud, è Rio De Janeiro, ha superato Roma e Milano. Occhiuto, che è attrezzatissimo per fare il presidente, in Calabria fa un po’ De Luca ma dobbiamo sforzarci di più perché qui non scatta la scintilla nonostante i tanti sforzi del governo: siamo arrivati alla quinta rivoluzione industriale e la Calabria è sempre ferma lì, dobbiamo capire perché. Lo stimolo che arriva non viene colto dal personale politico, non solo di centrodestra ma anche da chi governa nelle città: arriviamo sempre ultimi». Nota a margine: se la bocciatura è collettiva neanche il governatore viene promosso.
Irto: «Stasi candidato? È un nome valido come altri del Pd»
Ce n’è abbastanza per rilanciare il tema della prossima candidatura nel centrosinistra, oggetto dell’ultimo sondaggio di LaC. Falcomatà ha stravinto ma Stasi, buon terzo, non ha deluso. E Irto, sollecitato da Antonella Grippo, si muove con grazia che si direbbe democristiana: «Il tema delle Regionali è un tema aperto che si definirà nei prossimi mesi. Sicuramente Flavio Stasi è un ottimo sindaco, lo dimostrano i risultati elettorali». Il senatore e segretario regionale del Pd non è netto come il suo collega di partito Raffaele Mammoliti, che all’ipotesi di uno Stasi sfidante di Occhiuto aveva sbarrato la strada («vinceremo solo se il candidato sarà del Pd»), anzi. Stasi sarebbe un buon candidato, «lui come altri sindaci o personalità di altri partiti». Impossibile ottenere di più. Mammoliti sostiene che un candidato dem trascinerebbe nel campo largo anche Azione (i cui consiglieri regionali Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano sostengono la maggioranza di centrodestra a Palazzo Campanella), Irto rilancia: «Bisognerebbe chiederlo a Occhiuto perché ogni giorno Azione sostiene la sua attività politica in Consiglio regionale e poi sui territori fa scelte diverse. La contraddizione sta nel centrodestra e anche sul programma politico del centrodestra ci sono divergenze: Azione fa proposte che poi la maggioranza non porta avanti».
Francesca Pascale boccia «il grigiume di Forza Italia»
La palla torna nel centrodestra. E in Forza Italia. Ci pensa anche Francesca Pascale, ieri compagna di Silvio Berlusconi e oggi attivista per l’ambiente e i diritti, a piazzare qualche puntura di spillo. Sia per la sinistra («è presenta solo sul Green e sul Gay pride») che per gli azzurri orfani del Cavaliere: «Mi piacerebbe che Forza Italia avesse posizioni più rispondenti alla sua storia e non si abbandonasse a questo grigiume». Pascale dice di non riconoscersi nelle politiche forziste di questi giorni: «Non mi riconosco a una Forza Italia supina ai partiti di maggioranza che sono sovranisti, che cancella la propria identità e la propria verve liberale per assomigliare agli altri, anche su temi come i diritti civili per i quali Fi ha sempre messo davanti a tutto le libertà individuali. Il tema dei diritti civili non è di sinistra, ma la sinistra li tratta in maniera estremista e, come per l’inserimento delle gestazione per altri nel ddl Zan, certi atteggiamenti poi rischiano di pagarli tutti».