Niente sarà come prima, ma - per ora - tutto deve restare come prima. La morte di Silvio Berlusconi, deceduto ieri al San Raffaele di Milano a 86 anni, rappresenta un’incognita politica che, paradossalmente, è stata già scandagliata mille volte. Perché la morte del Cavaliere era un’eventualità con cui i partiti di governo avevano già fatto i conti.

Due sono i dubbi principali che tormentano il centrodestra: quale sarà il futuro del partito-personale azzurro e come il cambiamento impatterà sugli equilibri di governo. L’ipotesi dello svuotamento di Forza Italia, con un travaso di parlamentari in Fratelli d’Italia e Lega è quella più gettonata ma è meno scontata di quanto sembri. Innanzitutto perché esisterebbe un patto di non belligeranza condiviso da Giorgia Meloni, che avrebbe promesso di non consentire l’ingresso di parlamentari azzurri tra le sue file almeno fino alle Europee del 2024.

La foglia di fico dei moderati

Senza Forza Italia a fare da cuscinetto, i rapporti tra Fdi e Carroccio potrebbero incanalarsi su un piano inclinato e accelerare verso uno scontro da sempre sottotraccia che ora, però, potrebbe palesarsi in tensioni evidenti. Ad esempio, su temi estremamente divisivi, come l’Autonomia differenziata, sponsorizzata dalla Lega e maldigerita da Fdi, perdere la foglia di fico dei moderati azzurri costringerebbe i due partiti di destra a ringhiarsi contro l’un l’altro.

È dunque improbabile che nel breve periodo ci siano cambiamenti alla luce del sole. Più verosimile che si imbastiscano con i singoli parlamentari trattative sotterranee, con promesse a rassicurazioni in vista del segnale “liberi tutti”.

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Forza Italia a rischio dissoluzione

Ma Forza Italia potrebbe anche dissolversi molto prima delle Europee per assenza di leadership e soldi. Il partito azzurro ha in pancia circa 100 milioni di debiti, garantiti da una fidejussione di Berlusconi. Se gli eredi decidono di chiudere i rubinetti e concludere l’esperienza politica del Cavaliere, la situazione potrebbe precipitare. Anche la vendita del Gruppo Mediaset, su cui scommettono i mercati, potrebbe accelerare i processi politici.

Muore Berlusconi e il valore delle azioni sale

Alla notizia della morte di Berlusconi, i titoli di Mfe (ex Fininvest) sono schizzati verso l’alto con picchi che hanno toccato il +10%. Sembra un controsenso, ma non lo è, perché l’alta finanza non indugia sui sentimenti. Non è affatto raro, infatti, che le azioni salgano improvvisamente di valore alla morte del patron di una grande azienda, perché l’improvviso vuoto di potere è spesso il viatico di una vendita e gli investitori sanno che, in quel caso, potranno cedere le azioni che hanno rastrellato sul mercato a un prezzo più alto.

Insomma, sul tavolo ci sono tante carte e tutti i giocatori stanno facendo di conto. Anche Matteo Salvini è ovviamente interessato al tesoretto politico di Forza Italia. Il leader del Carroccio già accarezzava da tempo l’idea di una federazione con il partito azzurro per controbilanciare la forza debordante di Meloni e Fratelli d’Italia. Ora l’uscita di scena di Berlusconi potrebbe incrementare i suoi timori e convincerlo a forzare la mano.

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I protagonisti sulla scena

Un altro paradosso che domina questo scenario d’incertezza è la leadership nel partito. Chi è che ora conta davvero in Forza Italia? Sulla carta il numero due di Fi è il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Ma l’atteso passaggio di consegne tra Berlusconi e il suo “delfino ufficiale” non c’è mai stato. All’epoca del primo e lungo ricovero al San Raffaele, Tajani ha dovuto prendere atto che non ci sarebbe stata alcuna investitura ufficiale da parte di Silvio, un passaggio che lo avrebbe legittimato al di là dei formali organigrammi di partito.

Dal canto suo, Marta Fascina parlamentare e quasi “moglie” del Cavaliere, che sino ad oggi ha dettato legge riuscendo a mettere fuori gioco la precedente “reggente” del partito, Licia Ronzulli, considerata poco filogovernativa e invisa a Giorgia Meloni dalla tormentata elezione del presidente del Senato, adesso ha un peso specifico estremamente basso nel borsino politico del dopo Berlusconi.

Gli occhi (e le orecchie) sono quindi tutti rivolte verso Marina Berlusconi e Gianni Letta. La figlia più “politica” del Cavaliere, da sempre molto ascoltata dal padre, e l’Eminenza azzurra del partito, sono tornati centrali nelle dinamiche di Mediaset e Forza Italia e, i cui destini sono inevitabilmente legati a doppio filo.

Ma mentre i telefoni squillano a più non posso e le notifiche si accumulano sui cellulari, ci sono i funerali di Stato da organizzare. Tutto il resto può attendere… o no?