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Il Tar rigetta la richiesta di sospensiva e via libera alla consultazione: cittadini di Corigliano e Rossano al voto il 22 ottobre per il referendum nel quale gli elettori dei due centri dell’alto Ionio si pronunceranno sulla fusione dei Comuni. Sarebbe una città da 80.000 abitanti. Tra le prime cento più popolose d’Italia. La terza più grande della Calabria. Dopo Reggio e Catanzaro, scalzerebbe Lamezia. E avrebbe ben 13mila abitanti in più di Cosenza.
Un passo storico per l’intera punta dello Stivale, a mezzo secolo dalla fusione di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia Lamezia che diede i natali, appunto, a Lamezia Terme. E sei mesi dopo la nascita di Casali del Manco, che vede diventare una cosa sola i centri presilani di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Trenta e Spezzano Piccolo (pur nella contrarietà della maggioranza degli elettori di quest’ultimo centro, una rappresentanza dei quali ha presentato ricorso alla giustizia amministrativa).
D’altro canto, la politica prevalente indicato come «un’opportunità» la fusione per tutti i comuni calabresi, che diverrebbero così più vasti, più rappresentativi e, quindi, economicamente più produttivi e più forti. Un’opportunità incentivata dalla Regione che proprio sulla scorta dell’impulso offerto dai centri presilani ha inteso adeguare il proprio impianto legislativo seguendo le orme di Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto.