L'ex esponente dem si concentrerà adesso sulla candidatura a sindaco del docente. Ma nel frattempo si è tolto qualche sassolino dalle scarpe con un lungo comunicato stampa
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Il candidato nella Circoscrizione Centro alle Regionali dello scorso inizio ottobre nelle liste del Partito Democratico Fabio Guerriero e in passato anche propugnatore in Calabria e come ovvio a Catanzaro, sua città natale e di residenza, della mozione congressuale Orlando per la segreteria nazionale ha deciso di lasciare il Pd in aperta polemica con i vertici nazionali. Adesso, quindi, si concentrerà ancor di più sulla candidatura a sindaco di Valerio Donato.
Una proposta di amministrazione della città, quella dello stesso prof, che che ha sposato fin da subito. Decisione che i soliti rumors, in questo caso per la verità più di semplici immancabili voci di corridoio, addebitano anche a un dissapore con Nicola Fiorita, scelto dai Dem per rappresentare la coalizione di centrosinistra alle prossime Comunali, il quale alle citate Regionali non avrebbe sostenuto Guerriero bensì l'altro Democrat Ernesto Alecci.
Acqua passata, comunque sia, perché ormai ognuno ha imboccato la sua strada e Guerriero ha oltretutto affidato a un lungo comunicato stampa l'esplicitazione dell'atto a cui ha proceduto dopo lunga riflessione: «Le elezioni di Catanzaro si avvicinano e così, sovente, mi vengono attribuite scelte, ovvero "operazioni", che mai ho effettuato. Dopo un lungo confronto con i vertici del Pd nazionale, anche sul candidato a sindaco, è emersa una diversità di vedute difficilmente sanabile. E anche la circostanza di essere percepito, dal Pd locale, come un’entità estranea e dunque da tener fuori dalla partecipazione alla vita partitica acutizza la distanza tra me e questa visone di partito. Ho provato a rappresentare che per fare lotte insieme non è sufficiente individuare un nemico da sconfiggere, ma serve la ricerca di un'unità di intenti e, soprattutto, compiere un percorso trasparente all’insegna del continuo dialogo».
Guerriero ha poi aggiunto: «L’accordo con l'M5S, imposto da Roma e subito supinamente dai referenti di Catanzaro del Pd, va però, nei fatti, nel senso contrario a quanto da me appena detto. Anzi. Si è in realtà individuato il nemico, spesso interno, ed è stato impedito il confronto dentro un'aggregazione ricca di sensibilità molto diverse. La soluzione sarebbe stata di indire primarie di coalizione, a cui ho aderito appena programmate dal partito (di cui è ormai un ex, ndr). Ma su questo tema il Movimento Cinquestelle ha dichiarato la sua indisponibilità, conscio della debolezza della propria proposta. Ecco perché ho respinto l’imposizione romana della mia candidatura, rifiutando l’impostazione che in quanto più votato (in città alle ricordate elezioni di ottobre, ndr) avrei dovuto essere io il candidato naturale. Questo, in quanto ricercavo un confronto vero sulle cose da fare ed ero indisponibile a farmi "incoronare" a dispetto di possibili diverse posizioni . Ma il mio “zelo democratico” ha subito, come risposta, la cancellazione delle primarie e l’esclusione dolosa da ogni livello di responsabilità e partecipazione in seno al Pd. Ho deciso, quindi, di dare sostegno al candidato che meglio rappresenta il mio pensiero di politica al servizio della collettività. Mi riferisco con chiarezza al prof Valerio Donato. Uomo che ha condiviso con me moltissime battaglie ideali grazie a cui abbiamo finanche realizzato, in nome e per conto del Pd stesso, iniziative importanti di promozione culturale e politica nella nostra città».
L'esponente socialista ha spiegato inoltre: «La mia vicinanza a una figura di spessore, proveniente dalla cultura migliorista e capace di esprimere contenuti che fanno rinascere in me la speranza di una Catanzaro in grado di tornare a essere bella da vivere come lo era sino a 30 anni fa, non può essere certo offuscata dalla adesione al suo progetto civico, non viceversa, di una parte del centrodestra. La medesima che governa con il Pd e con l'M5S il Paese. E se avevo sposato il progetto di primarie è evidente come fossi disposto ad accettare la sfida della candidatura. L’opposto, quindi, di quanto dichiarato da più di qualcuno, ovvero “Guerriero è stato indisponibile”. Ribadisco, semmai, la contrarietà a essere imposto, come lo è stato il candidato dei Cinquestelle, Fiorita. Al di là di tutto, sia ben chiaro, pur se in politica non c'è alcunché di personale, devo prendere atto che la mia esclusione dal partito provinciale e cittadino deve farmi comprendere di non essere gradito ai reggenti attuali. Avranno pure le loro ragioni, che oggi neppure intendo conoscere. Registro però solo che, a tre potenziali candidati del Pd, questo gruppo dirigente ha negato il confronto democratico. Ed è perciò che mutuo le parole del segretario regionale del giugno scorso quando fu preferita la Bruni (quale aspirante governatrice, ndr) al candidato che per me era il migliore in campo (Nicola Irto, ndr). Mi riferisco alle seguenti affermazioni: “La volontà di militanti ed elettori è svilita”. E ancora: “non voglio starmene zitto e buono” oltre a: “c’è chi tenta inciuci con DeMa”, tratte da Repubblica del primo giugno 2021».
Fin troppo manifesto, dunque, il Gueriero-pensiero, che ha concluso: «Di questo Pd oggi non condivido più i metodi e le alleanze. E mi domando se sono i 5S e DeMa i soggetti riformisti con cui il partito propone un progetto di governo del Paese? E quali sono le ragioni che portano a candidare a sindaco un uomo ostile al Pd? Si tratta di un Fiorita, già aspirante primo cittadino nel 2017 con il sostegno di Antonello Talerico che ora invece è a sua volta in lizza per il vertice di Palazzo De Nobili per l’amministrazione uscente, il quale ha determinato la sconfitta del centrosinistra, e, ancora oggi, mai ha inteso sottolineare come il Pd abbia valori e idee in cui si riconosce. E gli va, se non altro, dato merito che non lo abbia fatto in quanto persona perbene non abituato a dire quanto non pensa. Chiarito ciò, dissento infine, facendolo peraltro pubblicamente da tre anni, dal Pd nazionale che ha cercato l’alleanza a ogni costo con l'M5S invece di creare un "campo largo" con le forze moderate e riformiste autenticamente democratiche. Certo, comprendo che la linea politica di questo movimento andava mitigata dalle forze più responsabili, quali il Pd, per limitare ulteriori danni futuri. Ma questo non può avvenire a discapito della buona politica e della comunità catanzarese».