Proletari di tutti i paesi... leggetemi. La rivoluzione non c'entra e neanche si tratta di un invito alla lettura: comprare e leggere, in questo caso il libro “Il manifesto del comunismo digitale” – scritto dal sindaco di Polistena Michele Tripodi -, significa finanziare una cooperativa a responsabilità limitata che compra beni e vende servizi a qualunque tipo di impresa.

Comunismo e marketing, binomio che nella contemporaneità sembra un falso storico, in realtà nel paese del Reggino si fondono stando alla lettura del primo bilancio di Genera, la cooperativa voluta dal primo cittadino scrittore – che nel consiglio d'amministrazione ha messo una delle sue sorelle - per gestire la Piattaforma Berlinguer.

 

Che c'entrano i 500 libri che Tripodi ha venduto alla società chiamata a governare la “piazza rossa virtuale”, primo e unico tentativo italiano di replicare da sinistra “la Rousseau” dei 5 stelle?

A spiegarlo è lo stesso documento contabile depositato il mese scorso, e firmato da un'altra sorella del sindaco comunista, che perimetra il campo d'azione della cooperativa – chiama “perno fondamentale” la gestione della Piattaforma - e poi, in deroga, quasi a sorpresa, spiega che “è stata sottoscritta una scrittura privata con il dott. Michele Tripodi”, con cui il sindaco ha “trasferito alla cooperativa 500 copie del libro a fronte del riconoscimento delle spese sostenute per la stampa”.

 

Nulla di formalmente illecito, visto che Genera ha tra i suoi scopi statutari – diciamo scissi dal “perno” che per ora rimane la gestione della Berlinguer per cui è nata ed è stata pubblicizzata in un convegno con ospiti anche da fuori regione – anche la “produzione, distribuzione e vendita di pubblicazioni cartacee e on line”.

Dunque, la società poteva acquistare per rivendere – come ha fatto – qualsiasi libro, tanto più che può contare su un mercato potenzialmente sterminato, visto che conosce mail e opinioni di chiunque si registri e acceda alla Piattaforma, che risulta in tal modo raggiungibile eventualmente anche per la proposta d'acquisto del testo.

 


Ma Tripodi, veicolato tramite la Srl di cui è socia la sorella il libro pubblicato un mese dopo il battesimo della cooperativa (che poteva produrlo senza acquistarlo, ma non l'ha fatto), può sempre dire che non l'ha fatto per i soldi.

Infatti, sempre nel bilancio predisposto dall'altra sorella Tripodi, si precisa che ha voluto pagate solo le spese per la stampa: il libro, edito dalla Cavinato di Brescia, ha un prezzo di copertina di 10 euro e nel bilancio si attesta che le vendite hanno consentito alla Genera “di fare fronte a parte dei costi sostenuti per l'implementazione della Piattaforma digitale”.

Nessuno si è arricchito, quindi, tutto è servito a finanziare questo strumento di partecipazione in rete – così certifica nel Bilancio la sorella del sindaco che vende, e così approva nel Cda l'altra familiare stretta - e non c'è motivo di dubitare, visto che di stipendi o di utili la cooperativa non ne ha ancora distribuiti. Si prepara a farlo, a dire il vero, perché in una relazione allegata al Bilancio – e firmata dal presidente del Cda, Angelo Borgese – si dà conto che, ad un anno dalla nascita del gestore che ha fin qui contato sul lavoro volontario e sul ricavato della vendita del libro di Tripodi, la Genera vuole nell'immediato futuro assumere, con un contratto part time, un socio.

 


A breve, a trovare impiego sarò lo stesso Borgese, e la sua assunzione sembra dar vita ad un secondo caso di “sospetta inopportunità”. Il presidente del Cda, infatti, è anche presidente del Consiglio comunale polistenese ma, ovviamente, è coinvolto nel contenitore ispirato alla figura del segretario Berlinguer in quanto iscritto al Partito dei comunisti Italiani, non per la carica istituzionale che ricopre.


Ma Borgese non è il solo che in contemporanea amministra il paese, il partito, la società e la piattaforma che controlla, come la “Casaleggio associati” fa con i grillini, ogni orientamento e tendenza dei comunisti.

La stessa concentrazione di mandati ce l'ha il vicesindaco Marco Policaro, un altro che è nel Cda, mentre in un secondo momento è stata ammessa quale socia – versando come gli altri 400 euro – l'assessora Nelly Creazzo. Amministratori anche di soldi di partito, oltre che di quelli dei cittadini, Policaro, Borgese e Creazzo sono inseriti, per affinità politica e generazionale, anche in una prima rosa di nomi da cui il partito potrebbe pescare per decidere il candidato a sindaco che dovrà raccogliere l'eredità di Tripodi, visto che il teorico del comunismo digitale è al secondo mandato e non si può riproporre.

 

Insomma, comunismo e marketing si intrecciano, questa volta, con il futuro del Comune, argomenti separati, sì, ma pur sempre sovrapposti nella strategia di un partito, il Pdci, talmente potente e ricco da figurare tra i soci della Genera. La sezione Gramsci, che per un ghigno ironico della storia ha sede nella via intitolata al socialista Nenni e dà il domicilio legale alla cooperativa Genera, è il soggetto che più ha versato per gestire la piattaforma Berlinguer: 5.000 euro, che però sono arrivati un anno dopo la costituzione. Soldi per stipendi, libri e, ovviamente, nuova fibra.