Il neoconsigliere regionale Ernesto Alecci è stretto tra le ambizioni dei suoi sostenitori Giusy Iemma e Domenico Giampà in lotta per l'ambita poltrona. Lo slittamento gli dà tempo prezioso per sciogliere l'intricata matassa
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Il commissario regionale del Pd, Stefano Graziano, ha appena comunicato il rinvio dei congressi provinciali e di circolo dall’ultimo weekend del mese corrente al 18, 19 e 20 febbraio. E fin qui, niente da dire, perché potrebbe pure essere normale il differimento di una quindicina di giorni per organizzarsi meglio malgrado di tempo per lavorare a questi importanti appuntamenti nel partito ne abbiano avuto parecchio. Ma tant’è, lo si ribadisce può anche starci.
Il grande Risiko del congresso Dem a Catanzaro
Quello che forse è meno comprensibile è invece ciò che sta alla base di questo ritardo nello svolgimento dei congressi. Che nasce forse proprio dal grande Risiko che si sta giocando nel Pd catanzarese per le postazioni più ambite annuncia altre clamorose sorprese relativamente all’affaire segreteria provinciale e non solo. Senza contare i presunti problemi inerenti all’assemblea regionale che - malgrado il candidato unico nella persona di Nicola Irto - parrebbe comunque suscitare qualche discussione interna per il fatto di annoverare figure, sempre provenienti dal capoluogo, incompatibili con il codice etico. In merito c’è però da precisare che al di là della conclamata presenza o meno, chissà se poi acclarata in sede congressuale con tutte le conseguenze del caso, di certi chiacchierati personaggi per giunta dagli intrecci e dagli interessi trasversali fuori dal partito, ma si dice tollerati al suo interno perché molto utili a determinate cause seppur debitamente tenuti ai margini delle candidature e relegati quindi allo svolgimento di un lavoro nell’ombra lontano da occhi indiscreti, la questione centrale resta un’altra. Il riferimento è a quella degli accordi saltati e del solito guazzabuglio in salsa Democrat sulla faccenda delle tessere.
Le presunte anomalie della campagna tesseramenti
E già, perché nel passato - remoto così come recente - non sono mancati esponenti e dirigenti locali, pure molto autorevoli, che a turno hanno sollevato il tema delle irregolarità, o quantomeno delle stranezze, in varie campagne di iscrizioni, guarda caso spesso in vista di appuntamenti importanti in cui i soliti furbetti avevano l’impellente necessità di esibire una forza data dalla consistenza numerica per ottenere in cambio quanto volessero. A riguardo, per informazioni sulle ultime asserite anomalie riscontrate, basta ad esempio rivolgersi a Italo Reale, uno della lista di coloro che hanno voluto vederci chiaro, oltretutto nella veste di presidente della commissione calabrese Dem per il tesseramento. A prescindere però dalle richieste e dalle iniziative di approfondimento sul delicato argomento di Reale, almeno dando retta agli immancabili rumors, sarebbero saltate fuori una serie di provvidenziali parentele o, meglio, di maxi-nuclei familiari schierati in campo per riuscire in qualche modo a gonfiare i dati. Una manovra ripetuta ciclicamente considerato che a pochi sembra importare come poi, nel momento in cui conta davvero ovvero in occasione delle votazioni, si svela impietosamente il trucchetto con risultati neppure lontanamente in linea con le premesse della quantità di tesserati. Detto questo, torniamo sui Tre Colli, dove il pallino per il coordinamento provinciale continua a restare in mano del maggiorente Ernesto Alecci.
Alecci stretto tra due fuochi
Sì, lui, il consigliere regionale ex sindaco di Soverato ormai egemone sul capoluogo in casa Pd, che tuttavia ora ha una bella gatta da pelare. Il guaio di riuscire ad accontentare due sostenitori che ne hanno favorito lo straripante successo. Il riferimento è a Giusy Iemma (candidata in ticket con Alecci) e al primo cittadino di San Pietro a Maida Domenico Giampà. Che sono rispettivamente pure l’ex presidente dell’assemblea provinciale e il “segretario mancato”. Ma vi è di più: Iemma sarebbe supportata a spada tratta dall’ancora, seppur in partenza, Graziano con cui avrebbe stretto patti per le Politiche (scenario “labile” alla luce del meccanismo di elezione in Parlamento per cui i voti personali sono relativi, lo sa bene pure il deputato Antonio Viscomi a cui serve il contatto con segretari a lui favorevoli alla difficile ricerca di un posto da capolista per la Camera) mentre Giampà godrebbe dell’appoggio di un forte gruppo dirigenziale lametino che starebbe inoltre pensando di “prendersi il partito” proprio a Lamezia. Ma la sconfitta di Iemma finirebbe con il rappresentare la sconfessione di suoi sponsor locali, che sebbene gratificati con gli immancabili posti in struttura e le relative laute prebende ne uscirebbero ridimensionati. Davvero un bel rebus, dunque.
Tra i due litiganti... Passafaro
E come se non bastasse con la possibilità che, come nel noto proverbio, fra i litiganti goda il terzo: Salvatore Passafaro, il quale peraltro - in base ai “numeri congressuali” - sarebbe il più forte. Ecco perché lo starebbero lusingando - persino con tentativi di convincimento provenienti da Roma - con varie promesse per indurlo a fare un passo indietro. Ma lo stesso Passafaro, almeno per ora, è in lizza e attende di conoscere il nome degli eventuali competitori che però allo stato avrebbero addirittura riscontrato difficoltà nel raccogliere le forme a suffragio della candidatura venendo quindi salvati solo dal provvidenziale rinvio.