Il caso sollevato dall’Anac. Il consigliere regionale: «Perché non è stata detta la verità in Consiglio?»
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Perché la giunta regionale non ha detto il vero in Consiglio regionale? Cosa intende fare il governatore per garantire il funzionamento dell’Anticorruzione in Regione? Sono solo due dei quesiti che discendono dall’interpellanza che il consigliere regionale Gianluca Gallo si accinge a depositare in ordine al caso sorto dopo la delibera con cui l’Anac ha acceso i riflettori sugli scontri interni alla macchina burocratica regionale su un tema delicato e vitale quale quello dell’anticorruzione e dei controlli preventivi. Lo ha comunicato il diretto interessato tramite una nota stampa.
Una vicenda radicata nelle dimissioni del responsabile dell’anticorruzione regionale e nei chiarimenti al riguardo forniti in Aula dall’assessore regionale al personale. «E’ emerso nitidamente, per come certificato dall’Anac – ricorda il capogruppo della Cdl – che l’assessorato ha fornito una verità diversa da quella dei fatti. In particolare, il governo regionale decise di accogliere le dimissioni presentate dalla Rpct alla luce della sua poca serenità, trascurando invece le reali motivazioni alla base della scelta».
Ragioni evidenziate, al contrario, dall’Anac, con una ricostruzione degli eventi impietosa, tale da mettere in luce gravi contrasti interni a fronte della piena, indiscutibile correttezza dell’operato della Rpct. «Proprio l’Anac – ricorda Gallo – ha rigettato in toto la versione offerta dall’assessorato, accertando la commissione di condotte di contrasto al Rpct, l’omessa collaborazione con lo stesso nell’attività di monitoraggio dei procedimenti penali e disciplinari per condotte di natura corruttiva e, ancora, l’omessa attuazione della rotazione straordinaria, in relazione sia ai provvedimenti di rotazione sia alle attività ad essa propedeutiche». Una situazione grave, tanto da indurre l’Autorità anticorruzione a chiedere alla Regione di adoperarsi per garantire al Rpct effettivi poteri d’interlocuzione e controllo su tutta la struttura organizzativa ed a voler valutare l’opportunità di avviare un procedimento disciplinare per violazione delle misure di prevenzione. «Di fronte ad una situazione del genere, alla quale la giunta regionale non può dirsi certo estranea – incalza Gallo – Oliverio ed i suoi hanno fatto spallucce, rifugiandosi nel più assurdo dei silenzi una volta divenuta la questione di pubblico dominio. La vicenda, però, anche per le sue implicazioni sulle attività future della Regione, merita di essere affrontata e sviscerata, alla luce del sole e nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilità». Da qui la decisione di presentare un’interpellanza. «Oliverio ha il dovere assumere impegni formali – chiosa l’esponente della Cdl – perché quanto accaduto sia oggetto dei necessari approfondimenti e siano sanzionate eventuali responsabilità. Al tempo stesso, occorre spiegare quali provvedimenti si intendano adottare per garantire la funzionalità dell’Anticorruzione in Regione: poiché i chiarimenti che era logico attendersi non sono sin qui arrivati, spostare la discussione in Consiglio resta l’unica strada percorribile».