L’obiettivo delle 500 mila firme, che inizialmente sembrava complicato, è stato raggiunto e superato. A far volare il referendum sulla cittadinanza (promosso da Riccardo Magi di +Europa), che punta a dimezzare da 10 a 5 anni di residenza legale continuativa il termine dopo il quale gli stranieri possono diventare cittadini, sono stati gli ultimi tre giorni. Una corposa mobilitazione di volti noti della cultura, della musica, dello sport e della politica: da Alessandro Barbero a Roberto Saviano, da Zerocalcare a Matteo Garrone, e poi Ghali, Malika Ayane, Julio Velasco e tanti altri. 

I dettagli del referendum 

Cosa propone il Referendum? Propone di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni.

Il quesito mira quindi a modificare l’articolo 9 dell'attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91/1992, che si basa sul cosiddetto ius sanguinis, 'diritto di sangue'. Cosa dice la legge attuale? Acquista di diritto la cittadinanza alla nascita colui che sia nato da madre o padre cittadini italiani. Sono previste modalità agevolate di acquisto della cittadinanza per gli stranieri di origine italiana.

Discorso a parte, per coloro che dalla legge vengono definiti "stranieri". «Lo straniero che sia nato in Italia - si legge nel testo - può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana». Ai fini della concessione della cittadinanza, il referendum prevede invariati gli altri requisiti richiesti, come la conoscenza della lingua italiana. Secondo le stime, la modifica dei termini per richiedere la cittadinanza italiana riguarderebbe 2.500.000 di persone. A febbraio è previsto il vaglio della Corte Costituzionale sull'ammissibilità. Il possibile voto a primavera.

Cosa dice il quesito?

Il quesito che leggeranno sulla scheda i cittadini sarà:  "Volete voi abrogare l'art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole "adottato da cittadino italiano" e "successivamente alla adozione"; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: "f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.", della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza"?".

La firma di Falcomatà

Tra i firmatari anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: «Ho firmato, con convinzione estrema, la petizione per cambiare la legge sull'ottenimento della cittadinanza. Il successo della raccolta firme indica, chiaramente, come la volontà ed i bisogni del Paese siano anni luce lontani dalle posizioni di un governo ideologico. Che il referendum – ha dichiarato - porti nuova linfa all'Italia». 

«Non stiamo portando più stranieri in Italia, ma stiamo portando l'Italia in Europa», ha aggiunto il sindaco spiegando come «la maggior parte dei Paesi del Continente siano mille passi avanti rispetto al nostro su un tema così delicato, ma per nulla complesso se si pensa che chi nasce o cresce in Italia è italiano a tutti gli effetti». 

«Le associazioni che hanno promosso la raccolta firme - ha continuato Falcomatà - da tempo immemore aspettano una riforma che possa davvero incidere, positivamente e radicalmente, sul destino di moltissime persone, di italiani che non vengono riconosciti tali. I diritti si estendono non si comprimono». «Nel frattempo e contestualmente - ha concluso il sindaco di Reggio Calabria - bisogna continuare a sostenere la battaglia che il Partito democratico sta conducendo in Parlamento per introdurre lo ius soli e lo ius scholae così da riformare, una volta per tutte, i criteri per ottenere la cittadinanza a chi nasce da un genitore residente in Italia da almeno un anno e a chi conclude un ciclo di studi in Italia. Il nuovo mondo è sotto i nostri occhi. Dunque, bisogna sforzarsi a vedere e non fermarsi semplicemente a guardare».