L’Emilio Fede di Striscia la Notizia troverebbe sicuramente le parole giuste per commentare il passo falso del Pd vibonese: «Che figura di…».
A certificare l’ennesimo scivolone di un partito - che perde consiglieri comunali come foglie secche e ha ormai la stessa credibilità del mago Otelma quando usa il plurale maiestatis, è il commissario regionale dei democrat, Stefano Graziano, che boccia senza appello la scelta della federazione vibonese di correre alle prossime comunali sostenendo i sovranisti di Stefano Luciano con una propria lista e il simbolo ufficiale. “Ve lo scordate”, ha risposto Graziano, anche se l’ha fatto con parole più formali: «Il Partito democratico è radicalmente alternativo a I Sovranisti. A Vibo Valentia non ci sarà alcuna lista con il nostro simbolo in coalizione con chi ha valori totalmente incompatibili con i nostri valori fondativi».

 

Una presa di posizione netta che fa fare la figura di scolaretti all’ex parlamentare Brunello Censore, al consigliere regionale Michele Mirabello e al loro “notaio”, il segretario provinciale Enzo Insardà. Sono loro infatti, che hanno imbastito l’alleanza con Luciano, sottoponendola ieri al voto della direzione provinciale che aveva avallato con 63 voti la scelta già fatta e già ampiamente pubblicizzata di correre con i sovranisti e le insegne del Pd, nascondendo il tutto sotto la foglia di fico del "civismo", troppo piccola però per occultare l'imbarazzante alleanza con parte del centrodestra. Una decisione dettata dalla volontà, molto pragmatica, di contare ancora qualcosa in Consiglio comunale dopo una tornata elettorale, quella del 26 maggio per l’elezione del nuovo sindaco, che minaccia di cancellare il Pd dallo scenario politico del capoluogo provinciale.

 

Così, silenziati i dissidenti che chiedevano di non tradire la collocazione a sinistra di quello che, in teoria, dovrebbe essere proprio il maggiore partito di sinistra, Censore e Mirabello hanno dettato la linea e sponsorizzato la bizzarra idea andare alle elezioni sostenendo Luciano. E poco male se la campagna elettorale coincide con quella per le elezioni europee (accorpate alle amministrative), con i sovranisti e democrat vibonesi che, sempre in teoria, sull’Europa e sul suo funzionamento dovrebbero pensarla in maniera diametralmente opposta.
Ma a quanto pare avevano fatto i conti senza l’oste, cioè il commissario mandato da Roma a guidare il Pd calabrese per condurlo verso i prossimi appuntamenti elettorali e verso il congresso, se mai ci sarà.
«È una fase molto delicata per il rilancio del nostro partito - ha dichiarato Graziano nel bocciare l’idea - e non possiamo permettere che sia minata da scelte politicamente insostenibili. Gli elettori ci chiedono sempre più di essere chiari e coerenti. Il nostro obiettivo deve essere la costruzione di un centrosinistra ampio e plurale, aperto all'apporto di espressioni civiche, non certo correre alle amministrative con pezzi di centrodestra contro cui in contemporanea faremo una dura campagna elettorale per le elezioni Europee». Ecco, appunto. Davvero strano che ai reggenti vibonesi del partito fosse sfuggito questo piccolo particolare.