Una delegazione del partito, venerdì prossimo, farà visita alla tendopoli di San Ferdinando. E il segretario uscente Magorno in una nota fa riferimento implicito a Salvini definendo le sue dichiarazioni su Riace "espressioni triviali"
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«Di fronte alla tragica perdita della vita di un povero immigrato assassinato ad opera di soggetti che auspico vengano rapidamente individuati e consegnati alla giustizia, è necessario reagire con determinazione. Quanto è avvenuto è gravissimo e non può registrare la indifferenza delle Istituzion». Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, in merito all'uccisione del cittadino maliano Sacko Soumajla.
«La situazione di degrado - aggiunge il governatore - nella quale vivono centinaia di uomini e di donne, immigrati, nella baraccopoli di San Ferdinando ripropone una questione che costituisce una ferita sanguinante per un Paese civile. È assurdo che mentre si ripropongono posizioni tese ad alimentare paure ed una cultura xenofoba e razzista quasi si rimuove, nel silenzio e nell'indifferenza, una vicenda drammatica qual è quella accaduta al giovane Sacko Soumajla e sulla grave situazione della baraccopoli di San Ferdinando. Mi auguro che il Governo assuma iniziative adeguate ad affermare una vera politica dell'accoglienza, degna del rispetto e della dignità delle persone»
Dal segretario regionale uscente del Pd, Ernesto Magorno, una nota dai toni simili, nella quale si chiama a raccolta la base del partito. «Insieme a una delegazione dei gruppi parlamentari Pd - scrive il senatore democrat - venerdì sarò a San Ferdinando per esprimere la nostra solidarietà ai migranti, verificare le condizioni di vita e, in modo simbolico, immortalare la memoria di Sacko Soumayla, il giovane sindacalista e bracciante originario del Mali ucciso mentre si adoperava per aiutare altri migranti a costruire una baracca di fortuna»
«La nostra presenza a San Ferdinando - prosegue Magorno - nasce da una umana empatia verso questo ragazzo, che aveva un regolare permesso di soggiorno e si batteva per dare voce ai senza diritti e in nome dei suoi alti ideali ha perso la vita. Quel colpo sparato a bruciapelo da una mano codarda ha ucciso Sacko ma ha raggiunto migliaia di coscienze e le ha spinte a rigettare luoghi comuni e racconti stereotipati, per schierarsi dalla parte degli ultimi. Qualcuno oggi altolocato nella gerarchia delle istituzioni, li definisce 'zero'. A noi queste espressioni triviali non appartengono e con orgoglio stiamo dalla parte di Sacko, di Mimmo Lucano e di chi con dignità oggi appare un ultimo ma in realtà a molti cattivi maestri del nostro tempo ha tanto da insegnare».