La quiete prima della tempesta. Dopo il tonfo di Cosenza e i risultati non certo esaltanti raccolti dal Pd anche a livello nazionale, si è deciso di rinviare al dopo ballottaggio ogni analisi ed ogni approfondimento.


Le correnti interne, però, sono in pieno subbuglio e il clima sta diventando rovente, in armonia alle temperature di questi giorni.


A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato l’inossidabile Massimo D’Alema che ha chiaramente affermato di preferire la pentastellata Virginia Raggi al democrat Roberto Giachetti. Un pensiero condito da un eloquente “voterei anche Lucifero” pur di indebolire la leadership renziana e provare a ricostruire la sinistra.


La sensazione è che l’appeal di Matteo non sia più quello di una volta. E che un risultato negativo a Roma e a Milano potrebbe appannarlo ancora di più. Per questo l’attenzione è massima al secondo turno delle amministrative. In Calabria la situazione è leggermente diversa. Al ballottaggio ci sono soltanto Crotone e Rossano, ma ovviamente i risultati che il Pd andrà a raccogliere nei due centri avranno la loro parte di influenza rispetto ad una revisione complessiva che pare inevitabile.

 


A Cosenza, ad esempio, è quasi certo il commissariamento del partito. Da capire rimangono le forme in cui verrà attuato, e cioè se si procederà ad un commissariamento dei circoli cittadini oppure attraverso un provvedimento più complessivo che in qualche modo metta sotto tutela anche la gestione del provinciale, attualmente affidato a Guglielmelli.


I nomi in pista sono tanti: da Stefania Covello e Ferdinando Aiello per finire a Carlo Guccione che ha pure ricevuto una mezza investitura ufficiale da parte del segretario regionale Ernesto Magorno.


Anche per quel che riguarda la segreteria regionale, inoltre, potrebbero arrivare indicazioni importanti dall’esito del voto di domenica. Perdere anche al ballottaggio potrebbe essere un duro colpo per l’attuale gestione e da Roma potrebbe darsi il via libera all’ingresso diretto nella gestione delle cose democrat di Calabria di due giovani renziani che stanno facendo bene a Reggio Calabria. Si tratta del sindaco Giuseppe Falcomatà e del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. Entrambi rimasti ai margini della gestione del partito, almeno fino ad ora.


E in pausa di riflessione ci sono anche Oliverio e i suoi. Il rapporto diretto con D’Alema non è mai mancato al governatore che ha avuto al suo fianco “baffino” anche durante l’ultima campagna elettorale. Da allora è passata molta acqua sotto i ponti. E qualche distanza si è creata. Ad esempio le posizioni assunte dai due sul referendum costituzionale sono assai diverse. Oliverio si è impegnato per il “sì”, mentre D’Alema sta organizzando i comitati per il “no” sperando di dare una spallato al governo centrale. Tanto che in tutte le salse si è scritto di una passaggio del presidente della giunta regionale verso posizioni vicine al premier. Un passaggio che, però, non ha portato ad alcun segnale tangibile in sanità, dove con le ultime impugnative del governo di leggi calabresi in materia, si è avuta ancora una volta la netta sensazione di una volontà precisa di proteggere il commissario Massimo Scura.


Tanto che qualcuno all’interno dell’entourage di Oliverio sta cercando di capire se i tempi per un cambio di posizione siano stati ben ponderati. Anche su questo aspetto, però, è calato il silenzio. In attesa dei ballottaggi e di capire in che modo Matteo Renzi metterà mano al “lanciafiamme”, così come aveva annunciato.

 

Riccardo Tripepi