VIDEO | Il candidato alla segreteria dem sulle responsabilità della sinistra: «Non abbiamo compreso i cambiamenti della società». A Lamezia presente anche l'ex governatore della Calabria: «Qui per dare una mano nella ricostruzione del partito» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Gianni Cuperlo si è a lungo interrogato su quale fosse il miglior discorso mai pronunciato da un politico. Dopo ampia riflessione, oggi è convinto che il migliore sia stato quello pronunciato a Los Angeles il 1960 da John Kennedy divenuto più famoso con il discorso della frontiera. La forza di quel discorso, per Cuperlo, sta proprio nel fatto che Kennedy non parlò di come era l’America, ma raccontò l’America del futuro, che aveva in testa, quella dei diritti civili. Proprio qua sta il punto ovvero sulla capacità del Pd di interpretare il futuro.
Per l’aspirante segretario il Pd troppe volte si è lanciato all’inseguimento dei suoi avversari, dimenticando le sue radici. «Il problema non è che gli operai non ci votano più- ha detto- in tutta Europa la classe operaia sono almeno trent’anni che non vota le sinistre. Il nostro problema è che non abbiamo capito che gli eventi degli ultimi anni hanno cambiato profondamente il mondo. La grave crisi economica del 2008, la pandemia, l’invasione dell’Ucraina hanno fatto soprattutto una vittima: la classe media. Fino a pochi anni fa una coppia della classe media, parlava di quale fosse la migliore facoltà per iscrivere il figlio. Oggi ti parla di come dire al figlio che non hanno la possibilità di mandarlo a studiare. Noi di tutto questo non ci siamo nemmeno accorti».
Il tradimento dei valori
Altro esempio i rider. Cuperlo ricorda l’art. 36 della costituzione, il diritto ad una retribuzione adeguata e dignitosa. Ma questi ragazzi, si chiede l'esponente dem, hanno mai avuto l’ombra di qualcosa del genere? Che ne è stato delle nostre conquiste sociali?
Per l'aspirante segretario Pd, sono questi i temi da cui bisogna ripartire. Cita Gramsci e la connessione sentimentale con il popolo di sinistra: «Se sei il segretario nazionale del più grande partito della sinistra- dice - non puoi andare in piazza a Torino e dire che l’amministratore delegato della Fiat ha fatto per il Paese più delle forze sindacali. Se lo fai rompi quella connessione. La gente di sinistra può perdonarti le sconfitte ma non il tradimento di certi valori».
La vicenda Oliverio
Cuperlo insiste molto sul sentimento della base che va recuperato, valorizzato. Per questo invita tutti a partecipare alla prima fase congressuale, quella in cui si discuteranno nei circoli le quattro mozioni. L’invito è quello alla partecipazione e discussione. E di voglia di confronto era piena la sala del Grand’ hotel Lamezia. Anche quando Cuperlo sfiora la questione del rapporto fra etica e politica, poi cita la vicenda giudiziaria di Mario Oliverio per dire che la politica deve rivendicare la sua autonomia dalla magistratura nel rispetto reciproco dei ruoli. Un tema caldo questo perché mette il sale su ferite mai rimarginate. Ed infatti il primo intervento è quello di Carmen Latella che ricorda come ai calabresi è stato impedito di scegliere il candidato alle regionali. «Non volevamo imporre nessuno -scandisce - chiedevamo solo di fare le primarie, ma anche questo ci è stato negato».
L’intervento più atteso è stato quello di Mario Oliverio che da tre anni non rinnova la tessera del Pd.
L’ex presidente ha detto di essere presente per dare una mano a ricostruire il partito senza avere alcuna velleità di spazi. Poi però ha ricapitolato così gli avvenimenti degli ultimi quattro anni.
Il populismo
«Il 2018 è esploso il populismo - ha ricordato l'ex governatore della Calabria - che ed già esploso in Europa. Quel fenomeno era di antipolitica montante rivolto in primo luogo a noi che eravamo il soggetto politico più strutturato. Noi siamo andati al governo con i populisti perché bisognava andare seguire la vocazione governista. Errore drammatico pensare che quella scelta voleva assorbire il populismo, non è andata così. Poi all’improvviso si è rotta quella alleanza». Il risultato è stato lo sbandamento di elettori e simpatizzanti. Ma non è stato questo l’unico problema.
Oliverio parla del combinato disposto di tendenze autoreferenziali del gruppo dirigente e ingabbiamenti delle correnti di pensiero in correnti di potere. Non poteva infine mancare il riferimento ai temi del garantismo: «Non voglio personalizzare ma tra le cose che una sinistra non può perdere c’è quella delle garanzie dei cittadini. Affastellare innocenti in inchieste più o meno poderose significa rendere meno credibile la lotta alla criminalità e alla corruzione. La questione morale va ben oltre, non è la norma astratta. È una concezione dell’esercizio delle funzioni pubbliche. Come dicevano Moro e Berlinguer l’esercizio richiede che la moglie di Cesare sia al di sopra ogni sospetto è questo non lo garantisce una operazione che tracima alcune garanzie. Dobbiamo ragionare sulla riforma di Nordio perché non è possibile che la sinistra perda il treno delle garanzie costituzionali».