La federazione provinciale in gravi difficoltà economiche. I sindaci dem non versano le loro quote e i ricavi del tesseramento vengono drenati da Roma. L’appello a consiglieri e parlamentari per un contributo straordinario
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La Federazione provinciale del Pd di Cosenza attraversa un momento particolare. Non solo il duro verdetto delle urne nella tornata elettorale del 25 settembre, ma anche la presa di coscienza di una situazione finanziaria non florida. E questo rischia, come pare, di avere purtroppo degli strascichi sul personale dipendente che opera negli uffici di Corso Mazzini 11.
I democrat bruzi non sono più in grado di sostenerne i costi annui nonostante lo sforzo della tesoreria. Il residuo di cassa, per farla breve, non basta più e il supporto economico garantito dal segretario Nicola Irto in questi mesi, sebbene molto apprezzato, ha semplicemente tamponato la situazione.
Il dato certifica la realtà del partito nel Mezzogiorno. Altrove, già da tempo, hanno preferito privarsi dei più stretti collaboratori, con l’aggiunta che alcune federazioni provinciali hanno perfino abbassato la saracinesca delle proprie sedi.
Cosenza, a tal riguardo, si è distinta e in questi anni ha fatto eccezione. Tutto ciò è stato possibile grazie ai fondi risparmiati durante le stagioni in cui vigeva ancora il finanziamento pubblico ai partiti, poi abolito durante il governo Letta nel 2014. Dalla federazione hanno fatto sapere che anche il tesseramento cartaceo, sottoscritto in contanti presso i circoli, generava flussi di liquidità. La situazione è inevitabilmente mutata a margine del cambio di regolamento e dei versamenti da effettuare solo sui conti correnti del Pd nazionale dopo l’avvenuta iscrizione online.
Vittorio Pecoraro, fra le cause della crisi, ha individuato anche l’assenza di versamenti degli amministratori locali. I sindaci, infatti, avrebbero l’obbligo di versare una quota dell’indennità derivante dalla carica ricoperta secondo quanto previsto del Regolamento finanziario nazionale. Pochi sono in regola, al punto che dalla Federazione sarebbero partiti una serie di solleciti anche di natura legale.
Il segretario provinciale si è rivolto quindi agli eletti, scrivendo ai parlamentari e ai consiglieri regionali per chiedere un contributo straordinario. «Un supporto - ha detto - per evitare il “licenziamento per giustificato motivo oggettivo” del personale, che sarebbe una pagina dolorosa dal punto di vista umano e un’ignominia per una forza politica che crede nel valore del lavoro». Nel frattempo ha ridotto le spese della Federazione al minimo, tanto che le sale per gli eventi e per le riunioni degli organismi vengono ormai pagate con le risorse personali di chi le prenota. «Anche la campagna elettorale - ha concluso - è stata portata avanti con costi molto ridotti».