Francesco Graziadio, Gianfranco Tinto e Aldo Trecroci sono stati espulsi dal Pd di Cosenza. La commissione di Garanzia provinciale ieri ha infatti revocato la loro adesione all’anagrafe degli iscritti. Si tratta dei tre consiglieri di Palazzo dei Bruzi che a gennaio avevano lasciato il gruppo consiliare del Partito Democratico formandone uno autonomo chiamato “Democrazia e Partecipazione”, denunciando contestualmente una gestione oligarchica concentrata nelle mani di una ristrettissima schiera di persone.

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A marzo era pervenuto in Federazione un ricorso da parte del circolo locale guidato da Rosi Caligiuri che faceva riferimento all’articolo 4 dello statuto del partito. È stabilito, infatti, che le persone iscritte ai Pd al momento della loro elezione in un Ente, non possano rinnovare l’iscrizione se nel frattempo hanno aderito ad altri gruppi consiliari differenti da quello del democrat. Ieri pomeriggio, il presidente della commissione di Garanzia Salvatore Perugini ha comunicato ai diretti interessati la decisione presa all’unanimità dall’organo disciplinare del partito. 

Organo che, tuttavia, negli ultimi mesi ha subito tre defezioni. La prima è stata quella di Maria Pia Funaro che ha abbandonato la galassia del Pd per cimentarsi con ottimi risultati alle Europee sotto le insegne di Avs. La settimana scorsa aveva lasciato Laura Venneri (in quota Iacucci), nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni anche Giovanna Oliverio (in quota Bevacqua). Da 9 membri iniziali, si è quindi scesi a 6. Tutti hanno concordato con l’espulsione. Non solo, perché è stata annullata anche l’elezione del segretario del circolo di Roggiano Gravina, che sarà commissariato. Antonio Picarelli, infatti, è stato eletto da un organo incompetente: dall’assemblea di circolo invece che dal direttivo.

Pecoraro: «La questione è politica e non riguarda solo Cosenza»

Il segretario della Federazione di Cosenza, Vittorio Pecoraro amplia il discorso. «Non voglio commentare le valutazioni della commissione di Garanzia che sono sempre appellabili - dice -. Io ho lavorato per la ricomposizione senza riuscirci. Tuttavia, la questione non è relativa solo al capoluogo, ma ci sono temi politici in tutta la provincia. Durante le amministrative abbiamo appreso di iscritti candidati in altre liste e di dirigenti che, apertamente, non hanno sostenuto i nostri rappresentanti»

«Il problema - prosegue - non è confinato a Cosenza e nella dimensione dei gruppi consiliari. Davanti a noi c’è l’esigenza di riscrivere le regole democratiche della convivenza interna, perché gli episodi recenti di cui ho parlato sono gravi. Priorità? Sicuramente Corigliano Rossano, dove all’ordine del giorno non c’è solo la questione di Rosellina Medeo, ma anche di altri dirigenti. Siamo in contatto con la segreteria cittadina e concordiamo su un aspetto: non si possono ricoprire ruoli direttivi nel Pd e non impegnarsi per il PD rinunciando a fare campagna elettorale con noi. Pertanto serve una valutazione. Serena, ma serve una valutazione».