Convocazione urgente dei vertici a Lamezia Terme per organizzare una manifestazione di piazza a difesa del Presidente e della Costituzione
La crisi vista dalla Calabria, Pd in piazza per Mattarella e centrodestra sulle barricate - VIDEO
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«È il momento di mettere da parte i contrasti, di essere uniti e di dare un segnale di unità». Il segretario uscente del Partito Democratico calabrese Ernesto Magorno ha aperto così l’incontro urgente convocato questo pomeriggio a Lamezia Terme e a cui ha chiamato a partecipare tutti i vertici democrat.
Obiettivo organizzare, in base all’input lanciato a livello nazionale, una manifestazione entro il due giugno a sostegno del Presidente della Repubblica. Una data non casuale quella scelta come dead line, visto che coincide proprio con la festa della Repubblica.
«C’è un’emergenza democratica – ha aggiunto Magorno – il Pd deve dare, e sta già dando, una risposta, non solo in difesa del presidente Mattarella, ma anche in difesa delle istituzioni democratiche. Non possiamo permettere che il populismo e la demagogia sconfiggano la democrazia».
Uno e due giugno le date più gettonate per la scelta. Su queste due date ci si dovrà confrontare e decidere tenendo conto anche delle prerogative di sicurezza e dell’eventuale sovrapposizione di eventi. Intanto, il neo eletto in parlamento Antonio Viscomi incalza: «La situazione non è difficile, è difficilissima. Basti pensare che lo spread è aumentato di cento punti, questo significa tra i sei e i sette miliardi di debito pubblico in più. Quando si parla di economia non si parla di banche, ma della vita quotidiana delle persone, dei mutui, dei prestiti, dei debiti».
«In questo contesto il Pd vuole esprimere solidarietà al presidente della Repubblica vittima di attacchi oltraggiosi – ha continuato - Vogliamo presidiare i luoghi della democrazia e quelli della libertà costituzionale. Probabilmente inizia oggi un percorso che porterà a nuove elezioni ma saranno elezioni difficili e dure e sarà una battaglia non tra due partiti, ma tra due modelli e due visioni di civiltà: quella che vuole l’Italia ancorata all’Europa e al futuro e quella che la vuole sganciata dall’Europa e che guarda al passato».
«Non si è mai visto uno scontro di tale portata – ha affermato invece il presidente della Provincia Enzo Bruno - in cui le forze che compongono il governo non riescono ad ascoltare le indicazioni del presidente della Repubblica e si va alla rottura quasi pretestuosa all’interno di una dinamica mai vista».