La Calabria risponde presente all’appello del Pd. Alla spicciolata i big del partito (non proprio tutti) sono arrivati in piazza del Popolo per dare una prova di esistenza. «Abbiamo capito perché non ci avete votato il 4 marzo» ha detto Maurizio Martina dal palco indicando nella piazza e nel popolo gli elementi su cui ricostruire. Trovando, stavolta, la convergenza degli altri big. Da Matteo Renzi a Nicola Zingaretti è stato un lunghissimo rosario di richiami all’unità. Anche perché le divisioni interne, diventate guerra tra bande prima dell’ultimo congresso, hanno contribuito in maniera determinante allo sfaldamento del partito.

 

Basterà? Presto per dirlo. Intanto i democrat si godono la piazza piena e tirano un sospiro di sollievo per avere evitato il flop. Settantamila partecipanti secondo gli organizzatori, ma non di certo i “quattro gatti” che aveva ipotizzato il leader della Lega Matteo Salvini.

 

Il Pd calabrese il cui stato comatoso supera, se possibile, quello nazionale ha provato ad esserci. Il responsabile dell’organizzazione Giovanni Puccio ha provato a portare più gente possibile e allestito i pullman dalle principali province calabresi. Presenti gli inossidabili i renziani di ferro Ernesto Magorno, Nicola Irto e Enza Bruno Bossio. A Roma anche l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta e il capogruppo del Pd a palazzo Campanella Sebi Romeo. Nella Capitale è arrivato anche Domenico Bevacqua, nonostante la sua recente autosospensione dal gruppo consiliare del partito.

Tra le assenze si sono fatte notare quelle del governatore Mario Oliverio e del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. E se il primo pare assente giustificato per il suo viaggio istituzionale oltre oceano, il secondo sembra confermare quel progressivo processo di allontanamento da un partito che nell’ultimo periodo è stato spesso distante dalle rive dello Stretto.

 

L’ex segretario regionale del partito Ernesto Magorno non vuole sentire parlare di polemiche e si concentra sull’obiettivo della giornata. «Oggi in piazza c'è quella Italia che non cede alla deriva populistica e con civiltà e fermezza vuole esprimere il proprio dissenso. C'è l'Italia che crede nei valori della democrazia e della partecipazione, che ogni giorno fa il proprio dovere, s'impegna per un Paese lontano dal livore e dalla mistificazione. Questo è il senso della manifestazione del Pd: raccogliere e organizzare chi non si riconosce nel pensiero unico che vorrebbero imporci le forze al Governo». 

Per il capogruppo in Consiglio Sebi Romeo, invece, la manifestazione voluta dal Pd deve rappresentare una nuova partenza. «La straordinaria partecipazione oggi in piazza del Popolo dice innanzitutto una cosa: quando il Pd decide di tornare in piazza attorno a temi di interesse popolare e nel segno del bene comune, ottiene una grande risposta in termini di militanza e di popolo. Noi abbiamo davanti un cammino difficile e lungo, ma se utilizzeremo i nostri sforzi e le nostre iniziative in direzione dei bisogni dei territori e dei meno abbienti, invece che in sterili e inutili polemiche fra gruppi dirigenti, ci riconnetteremo alla realtà. Se il Pd farà Il Pd sarà possibile una alternativa a questo governo sinora impegnato in tweet e propaganda ,con profili e provvedimenti razzisti, pericolosi per la democrazia, di stampo assistenzialista e senza nessuna visione di crescita»

Riccardo Tripepi