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Il Pd calabrese, andando di pari passo con quello nazionale, è diventato una polveriera. Lo dimostrano le ultime dichiarazioni di Mario Oliverio in ordine al commissariamento della Sanità. Il governatore, lo ha ribadito anche domenica all’assemblea di partito a Cosenza, se non dovesse avere risposte entro il 30 novembre metterà in atto manifestazioni di protesta eclatanti a Roma.
Il doppio gioco di Renzi
Un modo per provare a spezzare il gioco messo in atto da Matteo Renzi che quando viene in Calabria dice che il commissariamento deve finire e scarica le responsabilità sul governo guidato da Paolo Gentiloni, mentre poi tornato a Roma dà mandato al responsabile del dipartimento Sanità Federico Gelli di blindare la posizione di Massimo Scura. Un gioco delle parti di cui si parla da tempo tra i più fidati uomini del presidente della giunta che è arrivato al limite, come dimostrato dall’annuncio di volersi incatenare se non dovesse essergli concesso quello è già stato fatto per il governatore della Campania.
Bersani in Calabria
Ma la fibrillazione di Mario Oliverio, è anche la fibrillazione di un’intera area politica che prima della conversione di facciata al renzismo era tra le più bersaniane d’Italia. E coincidenza vuole che proprio il prossimo 13 novembre sia prevista la visita di Pierluigi Bersani in Calabria. Chiara l’idea dei fuoriusciti di fare campagna acquisiti al Sud e del resto un colpo in Calabria lo hanno già messo a segno con l’adesione del consigliere regionale Arturo Bova che ha lasciato i democrat. E altre adesioni potrebbero ancora arrivare per come ha lasciato intendere Nico Stumpo che prosegue senza sosta il suo lavoro di interlocuzione avviato da tempo con diversi consiglieri regionali.
La debacle siciliana
In un quadro così complesso arrivano, a peggiorare ulteriormente le cose, i risultati delle elezioni siciliane che bocciano ancora una volta le scelte della segreteria nazionale. La Regione ha scelto la destra di Musumeci e la divisione tra Pd e Mdp non ha certo agevolato con il partito di Renzi che supera di poco il 10%. Una debacle annunciata che non è stata evitata neanche dall’alleanza in extremis con Alfano che non è riuscito ad alterare l’esito di una competizione segnata.
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Nodi al pettine alla direzione nazionale del 13 novembre
Il risultato elettorale siciliano, in ogni caso, animerà la direzione nazionale del partito convocata per il prossimo 13 novembre e si capisce che Orlando, Franceschini e compagnia cantante presenteranno il conto al segretario nazionale che potrebbe non essere più certo della propria candidatura a premier. Un situazione incandescente, insomma, proprio mentre si stanno studiando i collegi e le candidature in vista delle prossime politiche. Pare evidente che il Pd calabrese, in una situazione simile, stia per attraversare un altro e delicatissimo passaggio della sua storia durante il quale tutto sarà possibile e che potrebbe vedere evaporare l’unità di facciata costruita a stento intorno alla figura di Renzi.
Riccardo Tripepi