Il Partito della Rifondazione Comunista calabrese ha celebrato sabato scorso il suo decimo congresso regionale ed ha riconfermato all’unanimità Pino Scarpelli alla carica di Segretario Regionale. Il Congresso è stato aperto simbolicamente dall’intervento di Domenico Macrì, segretario del Sul dei portuali di Gioia Tauro. Il fulcro della rappresentanza e del lavoro e al metafora di una Calabria martoriata dalla corruzione e dal malgoverno.


Una rielezione quindi quella di Scarpelli che conferma la linea di un partito in netta opposizione con le politiche degli attuali Governi nazionale e regionale e che mette in evidenza la drammaticità del periodo che sta vivendo il Paese ed ancora di più la Regione Calabria. Nella sua relazione introduttiva infatti il Segretario Scarpelli ha evidenziato la necessità di un sussulto in direzione di un forte cambiamento che possa ridare speranza soprattutto dal punto di vista sociale ed economico che riguarda il sistema economico mondiale.


In Italia soprattutto,secondo Rifondazione Comunista, stiamo assistendo ad un durissimo attacco alla Democrazia attraverso i diversi tentativi di modifica della Costituzione con l’obiettivo finale di ridurre, dopo decenni di bombardamento mediatico, il mondo del lavoro e le classi popolari, da protagonisti della storia e del progresso a variabili dipendenti. Il tutto, all’interno di un panorama mondiale sempre più diseguale con la ricchezza concentrata in pochissime mani e con i poveri sempre più poveri. Con il risultato che, chi detiene il potere in Italia, inizia a non tollerare più le contestazioni e le critiche da parte di uno stato sociale sempre più fragile e disorientato.

Si riconferma quindi la linea che Rifondazione a livello nazionale porta avanti in tema di lotta alle povertà ed alle esclusioni di tutti i tipi, contro i razzismi e gli egoismi in vista di una pace fondata sulla giustizia contro il riarmo e la guerra e per la difesa di un eco-sistema violentato dal predatorio sfruttamento della risorse naturali. Scarpelli ha quindi ricordato l’importante assemblea nazionale che si è svolta nelle scorse settimane a Roma “Per la democrazia e l’uguaglianza “ convocata al teatro Brancaccio alla quale Rifondazione ha partecipato insieme a tutte le anime della sinistra radicale ed alternativa al Pd e dove sono stati illustrati gli elementi di un programma politico alternativo per la ridefinizione di un nuovo modello di produzione e di sviluppo definito equo-sostenibile.

In questa prospettiva ancora di più per Rifondazione si pone la questione della Calabria dove al disastro della giunta Scopelliti si aggiungono i due anni e mezzo della guida Oliverio che hanno peggiorato ancora di più la vita dei calabresi. Per Rifondazione infatti in Calabria si vivono tutte le criticità del Paese ma in dimensioni parossistiche e non più sopportabili. Al centro quindi delle politiche che propone Rifondazione c’è un piano straordinario del lavoro unitamente ad un ‘opera di salvaguardia e tutela del territorio. Occorre inoltre riportare al centro la produzione agricola creando un fronte delle regioni meridionali che chieda con forza la revisione della PAC. In questo contesto si inquadra anche la lotta contro il CETA, il trattato di libero scambio con il Canada dannosissimo per la qualità dei prodotti, per le coltivazioni e per i diritti dei lavoratori. In questo senso Rifondazione è impegnata insieme alla Coldiretti il cui presidente regionale Molinaro ha seguito il lavori del congresso, alla lotta ed al contrasto. Altro punto dolente evidenziato da Scarpelli è la questione della sanità calabrese. Il balletto di responsabilità tra il commissario Scura ed il Presidente Oliverio è stato definito vergognoso. Ultimo atto in questo senso è stato lo scontro sull’assunzione di 600 addetti nelle aziende ospedaliere calabresi bloccato dall’intervento di un dirigente del dipartimento salute della Regione Calabria.


Scarpelli poi parla del diritto allo studio violato , della tutela ambientale, della questione dell’acqua pubblica, della necessità di riprogettazione totale delle politiche di accoglienza della nostra Regione che tenga conto dei diritti umani e di modelli come quello proposto da Mimmo Lucano a Riace. E poi i temi dei trasporti, del ciclo dei rifiuti e del cancro della malapolitica e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta orami rappresentata nelle istituzioni ai massimi livelli a partire dalla stessa commissione regionale anti ‘ndrangheta. Che fare dunque si chiede Rifondazione difronte a tanto sfascio ? La via maestra rimane sempre una. Quella di costruire una opposizione ed una alternativa di Governo che liberi questa regione da vecchi e nuovi padroni insieme alle altre forze democratiche e di sinistra presenti in tutta la Regione.


Al Congresso hanno partecipato, aderendo in toto alla proposta del Segretario di Rifondazione, numerosi esponenti dei movimenti e della sinistra alternativa al Pd che, con Rifondazione intendono costruire una nuova proposta tesa a risollevare le sorti di questa Regione.