Annunciato con grande enfasi dal presidente Occhiuto, è un punto di primo intervento per stabilizzare i pazienti in attesa del trasporto in un ospedale attrezzato. Intanto le associazioni di supporto al 118 del Cosentino sono senza convenzione, ma nessuno in Cittadella le riceve
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Sono giorni caldi per la sanità calabrese. D’altronde lo sono sempre quando si avvicina il periodo elettorale. Ma la sanità è terreno scivoloso, da maneggiare con grande cautela. Soprattutto da parte del presidente/commissario al Piano di Rientro, Roberto Occhiuto. Questi giorni fa ha annunciato a sorpresa l’apertura del Pronto Soccorso di Cariati. Lo ha fatto con una certa enfasi rilanciando l’appello di Roger Waters dei Pink Floyd.
La realtà, però, è diversa dai reel come è venuto fuori durante la nostra trasmissione Dentro la notizia condotta da Pier Paolo Cambareri. Più che di Pronto Soccorso in questo caso si dovrebbe parlare di Punto di primo intervento, uno spazio dunque dove si possono stabilizzare i pazienti che però non possono essere trattati in loco per le carenze della struttura ospedaliera. Non è un caso se l’associazione Le Lampare insieme alle altre che da anni protestano per chiedere la piena apertura del nosocomio, hanno detto a chiare lettere che non hanno nessuna intenzione di abbassare la guardia nella loro protesta.
Lo stesso a breve l’atto aziendale farà piena chiarezza sul futuro del presidio. Lo stesso direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, ha detto che a breve l’atto aziendale farà chiarezza sul futuro dell’ospedale: saranno allestiti 20 posti letto per le acuzie e verranno attivati definitivamente il Day hospital di cardiologia, il Day surgery di Chirurgia, verrà assicurato il blocco della medicina tradizionale. Ulteriore conferma che ancora non si può parlare di un vero e proprio Pronto Soccorso.
Ma il problema è anche un altro ovvero riuscire a portare i pazienti presso i presidi ospedalieri. Abbiamo già scritto della graduatoria, bloccata da mesi, del concorso per autisti del 118 espletato dall’Asp di Cosenza. Stamattina si è svolta di fronte alla Cittadella una protesta delle associazioni in merito al mancato rinnovo delle convenzioni per il supporto al 118 e per il trasporto dei pazienti dializzati. I manifestanti dicono che nessuno ha voluto incontrarli e che gli hanno fatto sistemare le ambulanze nel parcheggio per evitare confusione.
«Se per i nostri politici è un fastidio ascoltare gli appelli della gente che rischia la vita, penso che stiamo seguendo la strada sbagliata... non ci ascolteranno mai», ci ha detto una dei manifestanti. Ad ogni modo il 16 si bloccheranno tutte le ambulanze del volontariato che si occupano del supporto al 118 e del trasporto dializzati.
E a proposito di proteste e diritto alla salute c’è da segnalare anche il botto e risposta fra il sindaco di Acri, Pino Capalbo, e lo stesso presidente Roberto Occhiuto.
Sindaco, giunta comunale e consiglieri di maggioranza hanno scritto una nota in cui si dicono stupiti che «Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, si è recato nella nostra città preferendo una sezione di partito all'incontro pubblico con i cittadini acresi. Legittima la Sua presenza a sostegno dei candidati di Forza Italia che concorrono alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, ma è altrettanto legittimo da parte dei cittadini acresi sapere quali sono le azioni che intende intraprendere relativamente ai tanti problemi che affliggono il nostro Ospedale».
«I tentativi di interlocuzione istituzionale con il Presidente - ricordano nella nota - sono stati vani: negato anche l'incontro quando ci siamo recati sotto la Cittadella a seguito della mobilitazione popolare del 4 aprile u.s. Evidentemente, il rispetto per una comunità ricca di storia e cultura non merita l'attenzione del presidente della regione che preferisce le riunioni di sezione al giusto confronto che dovrebbe avere con la comunità acrese. Le motivazioni di tale scelta hanno facile comprensione: l'incapacità di argomentare le scelte fatte a danno di Acri. È molto più facile rifugiarsi nelle sezioni di partito e prendere l'applauso di qualche migrante della politica nostrana ma a questo punto non sarebbe più facile fare solo il segretario di partito e lasciare la carica di presidente della Regione?».
Una provocazione, evidentemente, per un problema avvertito come sempre più impellente dai calabresi e che dovrebbe essere trattato lontano da ogni sospetto di strumentalizzazione elettorale.