«Il governo è consapevole di quello che fa, ed è il primo a non volere ciò che voi paventate, e che nessuno vuole che accada in questo paese. Ma vuole affrontare il tema della durata dei processi che è gravissimo». Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia, al Question time di ieri alla Camera, rispondendo alle interrogazioni incalzanti dei deputati che criticavano la complessiva Riforma attualmente in discussione.

Oggetto di aspre critiche anche da parte di procuratori del calibro di Federico Cafiero de Raho e Nicola Gratteri, ai quali la Guardasigilli ha risposto indirettamente ovviamente senza mai citarli. «Spesso si è detto in questi giorni che i processi di mafia e terrorismo andranno in fumo. Non è così, perché i procedimenti che sono puniti con l'ergastolo, e spesso lo sono quelli per mafia, non sono soggetti ai termini dell'improcedibilità. E per i reati più gravi si prevede, in ogni caso, una possibilità di proroga».

Un’affermazione che comunque non convince gli oppositori della Riforma, ma la Cartabia ha sottolineato anche che la riforma prevede un ingresso graduale: «C'è una norma transitoria per consentire agli uffici che sono in maggiore difficoltà di attrezzarsi, di adeguarsi e di sfruttare le occasioni degli investimenti e della digitalizzazione per poter essere al passo con i tempi».

La ministra ricorda anche la recentissima visita a Napoli, che vive una tra le situazioni più difficili sul fronte giustizia, snocciolando numeri che fanno rabbrividire, per sottolineare che lo status quo si manifesta come una violazione tanto alla capacità dello Stato di assicurare giustizia, quanto ai diritti delle vittime e degli imputati.

«La riforma – ha poi concluso Cartabia - non è solo quella della prescrizione, ma dell'intero processo penale e si inserisce in un quadro di i investimenti importanti sulle risorse umane». In tal senso la stessa ministra ha ricordato i concorsi di magistratura, i concorsi di amministratori cancellieri, l’istituzione dell’Ufficio del processo, struttura che alleggerisce il lavoro dei giudici, e nuovi ingressi nell’universo giustizia per 16500.