L’Università di Catanzaro si conferma un ottimo trampolino di lancio per la politica che conta. L’ultimo in ordine di tempo a portare a casa un incarico di prestigio è stato Fulvio Gigliotti, professore ordinario di Diritto privato, che è entrato a far parte degli 8 componenti laici del Consiglio superiore della magistratura.

 

Saranno anche laici, ma i componenti esterni del Csm, scelti tra professori universitari e avvocati che esercitano la professione da almeno 15 anni, sono comunque espressione della politica. La candidatura di Gigliotti, in quota Movimento cinque stelle, ha dovuto prima passare attraverso il voto dei militanti grillini, che hanno espresso le proprie preferenze attraverso la piattaforma Rousseau, con una votazione online si è tenuta mercoledì scorso, il 18 luglio.
Il giorno prima, mentre Gigliotti era impegnato a presiedere una seduta d’esame, in tanti all’interno dell’Ateneo, sia assistenti che studenti, hanno ricevuto sui propri cellulari un messaggino (nella foto) che invitava a votare per la candidatura del docente al Csm. Una piccola campagna elettorale reputata scorretta e stigmatizzata da più parti, in considerazione del ruolo svolto da Gigliotti.

 

«Non è possibile strumentalizzare così l’Università - ha affermato un docente a contratto che ha preferito restare anonimo -. In questo modo l’ateneo diventa un votificio e non c’è più la possibilità di fare le proprie scelte in piena libertà a causa delle continue pressioni a ogni scadenza elettorale».

 

La campagna via Wahtsapp si è rivelata comunque efficace, visto che la candidatura di Gigliotti è andata in porto e il Parlamento in seduta comune lo ha eletto tra i membri laici dell’organo di controllo della magistratura presieduto dal Presidente della Repubblica.


Enrico De Girolamo