Si chiude un anno in cui la situazione della Calabria da grave è diventata gravissima, degradando velocemente verso il tremendamente ridicolo. Il 2019 può essere considerata una parentesi tragicomica in cui la politica ha dato il peggio (o il meglio, dipende dalle effettive potenzialità in campo) di sé.

Un anno lungo, infinito, in cui tutti gli aspiranti governatori, i pretendenti un seggio, i futuri portaborse, i probabili trombati, i riciclati, i voltagabbana, i lobbisti di lungo corso, i massoni un po' 'ndranghetisti, i rivoluzionari un tanto al chilo, i giornalisti di regime e i più illustri rappresentanti della Casta – delle tante caste che reggono le sorti di questa regione –, un anno, dicevamo, in cui lo sport più in voga è stato la ciarla sul futuro della Calabria.

E il bello è che, in tutti questi discorsi-comizi-note-stampa-dichiarazioni, la Calabria non c'era mica. Che c'era, allora? Non lo sappiamo: forse il vuoto, forse la cara, vecchia, brama di potere. Cioè: un vuoto con un'ambizione tutt'intorno. Eccolo, il 2019, data per data. Una breve cronistoria – con relativo commento – tutta da ridere (o da piangere, fate voi).

 

9 gennaio
Fratelli d'Italia nomina tre commissari provinciali. E dà avvio alla moda del 2019.

12 gennaio
Si scopre che il leader marsigliese dei gilet gialli è di Reggio Calabria. Da qui emigrano pure i rivoluzionari.

12 gennaio
Mario Oliverio muore di inedia, a meno di un mese dall'inizio del suo sciopero della fame. Ah, no.

14 gennaio
Oliverio nomina i nuovi commissari delle Aziende sanitarie e sfida il governo. Il ministro della Salute, la catanese Giulia Grillo, lo sfancula in un video: «Chi 'nnicchi e 'nacchi!».

15 gennaio
Circa 180 segretari di circolo dicono no al commissariamento Pd. (Vedi giorno successivo).

16 gennaio
Commissariato il Pd calabrese.

20 gennaio
Stefano Graziano nuovo commissario del Pd. Nella sede regionale di Lamezia il comitato di benvenuto: «Quando te ne vai?».

28 gennaio
Congresso del Pd, Zingaretti sbanca in tutte le Federazioni calabresi. Esulta il governatore Mario Oliverio: «È fatta!» (vedi cronaca di dicembre).

30 gennaio
L'assessore reggino Nino Zimbalatti (centrosinistra) dopo il derby con il Catanzaro: «Ffundamu e zinghiri» (affondiamo gli zingari).

31 gennaio
Il consigliere comunale di Reggio Lucio Dattola (centrodestra) fa il saluto romano in aula. E cresce nei sondaggi.

31 gennaio
Oliverio procede con la rotazione di alcune deleghe tra gli assessori regionali. È l'atto più dirompente di tutto il 2019.

20 marzo
La Cassazione revoca obbligo di dimora a carico Oliverio. Il governatore ai suoi fedelissimi asserragliati a San Giovanni in Fiore: «Tornatevene a casa, sono tre mesi che mi svuotate il frigo».


13 aprile
Mega convention di Mario Occhiuto a Lamezia: «Sarò il sindaco della Calabria». Per la miseria, quant'è diventata grande Cosenza.

18 aprile
Il Consiglio dei ministri riunito a Reggio approva il Decreto Calabria. Una presa per il culo a domicilio.

7 maggio
Franco Iacucci si candida: «Alle Europee avrò Oliverio al mio fianco». Oliverio: «Franco chi?».

8 maggio
Oliverio, Occhiuto e Adamo indagati nell'inchiesta Passepartout.


16 maggio

Da Catanzaro parte la rivolta dei balconi. Si legge: «Mai con Salvini»; «La Lega è vergognosa»; «Non in mio nome». Alle Europee il Carroccio raggiunge il risultato più alto della sua storia in Calabria.

17 maggio
Escono le motivazioni della Cassazione sull'annullamento della custodia cautelare di Oliverio: «Chiaro pregiudizio accusatorio». Oliverio: «Qualcuno dovrà pagare per i chili di troppo che ho preso in quei tre mesi chiuso in casa».


26 maggio
Risultato elezioni europee: M5s 26,6%; Lega 22,6%; Pd 18,2%; Forza Italia 13,3%; Fdi 10,2%. Il restante 9,1% nega ogni responsabilità.

29 maggio Iacucci è il candidato calabrese più votato del Pd: «Primo senza l'aiuto di Oliverio». Il governatore: «Ingrato, quei 22mila voti erano tutti miei».

11 giugno
Il consiglio regionale nega la sala ad Aleksandr Dugin, l'ideologo di Putin. Aggiornata la targa antindrangheta: «Qui gli oligarchi non entrano».

14 giugno
Il vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, chiede «unità e rinnovamento» al partito calabrese. Il traduttore per sordomuti sul palco traduce a gesti: «Oliverio si deve togliere dalle palle».

19 giugno
Il Decreto Calabria è legge. Il ministro Grillo: «Giorno storico». Già, i calabresi non potranno dimenticare.

23 giugno
Il procuratore Gratteri ai politici: «Non cedete alla sindrome delle ultime 48 ore per vincere». La risposta anonima: «Tranquillo, dottò, con la 'ndrangheta siamo d'accordo da un pezzo».

17 luglio
Matteo Salvini perde il seggio senatoriale in Calabria a favore di Fulvia Caligiuri. Affogherà il dolore nei mojito del Papeete, con le conseguenze che sappiamo.

31 luglio
Inchiesta “Libro nero”, arrestati i consiglieri regionali Alessandro Nicolò e Sebi Romeo.

31 luglio
Dopo il blitz contro il clan Libri di Reggio, il senatore Ernesto Magorno si autosospende dal Pd. «No, nessun gesto simbolico, cercavo un pretesto qualunque».

5 agosto
Oliverio indagato per i fondi al Festival di Spoleto. Il commento del governatore: «Se bestemmio è reato?».

7 agosto
L'ex capo della Protezione civile Carlo Tansi si candida alla presidenza della Regione. Terremoto in Cittadella.

10 agosto
Fischi contro Salvini durante un comizio a Soverato. Il leader della Lega minimizza: «È il modo in cui i terroni esprimono apprezzamento».

20 agosto
Crisi di governo, il presidente dell'Antimafia Morra attacca Salvini: «Il rosario in Calabria è un messaggio in codice alla 'ndrangheta». La 'ndrangheta: «Sì, ma noi non l'abbiamo capito».

4 settembre Gratteri chiede il processo per la compagna di Oliverio. Appello a rete unificate del governatore: «Non posso tornare a casa, qualcuno può ospitarmi?».

4 settembre
Nuovo governo, nessun ministro calabrese. Trombato anche Nicola Morra, il favorito per l'Istruzione: «Poco male, torno a intercettare i miei ospiti».

14 settembre
La deputata Anna Laura Orrico diventa sottosegretario di Stato. Scene di giubilo in ogni contrada calabrese.

15 settembre
Giuseppe Nucera si candida alla presidenza della Calabria e si presenta agli elettori: «Mi chiamo Giuseppe Nucera».

17 settembre
Magorno passa con Italia Viva di Renzi e dice che ci saranno «benefici nel campo del centrosinistra». Esatto, perché ve ne siete andati.

25 settembre
Anche Silvia Vono passa con Renzi. Ok, ma chi è?

28 settembre
A Catanzaro assemblea dei circoli e degli amministratori del Pd per chiedere le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. (vedi giorno successivo).

29 settembre
Il commissario Graziano: «Oliverio, con queste operazioni, si allontana sempre più dal Pd». Il governatore: «Ma il Pd non ero io?».

1 ottobre
Oliverio sulla data del voto: «A breve informerò il Consiglio». Vedi 19 novembre (è questa la battuta).

9 ottobre
Il centrodestra affida a Forza Italia la designazione del candidato presidente. Occhiuto esulta: «E vai!». Poi si sveglia.

10 ottobre
Fedelissimi di Oliverio davanti alla sede del Pd a Roma: «Vogliamo le primarie». Zingaretti si affaccia dalla finestra del bagno: «Avete rotto, non mi date pace nemmeno al cesso».

22 ottobre
Salvini contro Occhiuto: «Comune di Cosenza in bancarotta, non può governare». Occhiuto: «Parlami di Bibbian... ah, no, cioè... parlami dei trent... quarant... milioni. Vabbé, niente».

24 ottobre
Berlusconi: «Occhiuto? Vediamo che dicono i nostri avvocati». Che non è proprio un bel modo di presentare il proprio candidato.

26 ottobre
Il centrosinistra fedele a Oliverio si riunisce a Lamezia. Il governatore: «Ragazzi, la pasta al forno è buonissima, complimenti allo chef».

27 ottobre La Procura di Catanzaro chiede il processo per Oliverio, Adamo e Occhiuto nell'ambito di Passepartout.

30 ottobre Il M5s scarica il Pd: «Corriamo da soli». Furbi.

2 novembre
Enza Bruno Bossio: «È stato Gratteri a ordinare a Zingaretti di non ricandidare Oliverio». Applausi in sala per il procuratore.

4 novembre A Lamezia la Leopolda calabrese di Oliverio: «Ragazzi, andateci piano col vino che l'altra volta abbiamo fatto un casino».

4 novembre
Paolo Parentela neo coordinatore della campagna elettorale dei 5 stelle. Dai, basta scherzi.

5 novembre
Il commissario regionale Invernizzi: «La Lega è stufa degli Occhiuto». E voi siete appena arrivati...

6 novembre
Pippo Callipo diventa la prima scelta sia del Pd che del M5s. Come il suo tonno migliore.


12 novembre
Callipo esce dalla competizione: «Mi ritiro e non tonno più».

12 novembre
Salta fuori il sondaggio contro Oliverio: l'86% dei calabresi non lo vuole. Il restante 14% è composto da membri della sua struttura.

12 novembre
Di Maio: «Ci presentiamo solo dove siamo pronti». Dì che non ti presenti proprio e facciamo prima.

14 novembre Zingaretti sceglie l'editore Florindo Rubbettino, che si prende qualche giorno per riflettere. Oddati rimbrotta il segretario: «Non lo dovevi fare andare via, ora questo non torna più».

17 novembre
Rubbettino si ritira. Oddati: «L'avevo detto, io».

19 novembre
Oliverio annuncia che si voterà il 26 gennaio: «Così maturo i 5 anni e due mesi che mi servono per la quarta pensione».

20 novembre
Di Maio: «Corriamo solo dove il risultato è decente». Si aspetta solo il responso degli emissari in arrivo dal futuro.

21 novembre
Gli iscritti su Rousseau decidono di correre in Calabria ed Emilia Romagna. Di Maio a Casaleggio: «Stavolta il quesito non era abbastanza complicato».

25 novembre
“Mister cravatta” Maurizio Talarico conferma la sua volontà di scendere in campo. «Ma resto disponibile fino al 28 novembre». Corsa contro il tempo in tutte le segreterie.

28 novembre
Francesco Aiello scioglie la riserva e accetta di correre per la presidenza. Nel 2015 si era proposto come assessore a Oliverio: «Quella sera avevo bevuto».

29 novembre
Spunta la villa semi-abusiva di Aiello a Carlopoli. Il docente comincia a conquistare l'elettorato calabrese.

30 novembre
Talarico si ritira ufficialmente: «Ho preso tutti i politici per il collo, ma niente».

30 novembre
Callipo torna nella mischia e annuncia la sua candidatura: «Pensavate di esservi liberati di me, eh?».

30 novembre
Oliverio inaugura la galleria dei governatori calabresi. La sua foto è quella dietro la porta dello sgabuzzino.

4 dicembre
Oliverio attacca Callipo: «Provo solo a immaginare cosa sarebbe successo se del sottoscritto avessero parlato alcuni pentiti di mafia». Però anche tu non puoi lamentarti, su.

6 dicembre
Zingaretti in Calabria visita gli stabilimenti di Callipo. L'imprenditore: «Male che va ci siamo fatti un po' di pubblicità».

8 dicembre
Zingaretti manda a casa i segretari provinciali di Cosenza e Crotone. Superato ogni record: adesso il Pd calabrese ha più commissari che iscritti.

11 dicembre
Aiello vince le Regionarie: «L'abusivismo paga sempre, gli elettori calabresi si sono riconosciuti in me».

13 dicembre
Oliverio nella Direzione nazionale del Pd: «Pronto al passo indietro». I dem: «Ah, ancora qua stavi?».


19 dicembre
Operazione Rinascita Scott, divieto di dimora per Nicola Adamo: «Aria pulita non ha paura dei tuoni». Dal Primo libro della genesi.

20 dicembre
Jole Santelli è la candidata del centrodestra. Berlusconi: «Ora tenetevela un po' voi».

20 dicembre
Mario Occhiuto diventa il candidato di se stesso.

20 dicembre
Enza Bruno Bossio: «Gratteri arresta metà Calabria! È giustizia? No è solo uno show!». Standing ovation.

21 dicembre
Graziano: «Il pensiero della Bruno Bossio non rappresenta quello della comunità del Partito democratico». I dirigenti calabresi: «Parla per te».

22 dicembre
Appello di Zingaretti a Oliverio: «Aiutaci a vincere». Risposta di Oliverio a Zingaretti: «Suca».

23 dicembre
La Procura di Catanzaro chiede il processo a carico di Oliverio per peculato. Il governatore ricontatta Zingaretti: «Avevo scritto SCUSA...».

24 dicembre
Oliverio, per rimediare, verga una letterina di Natale per Zingaretti e cita una parabola biblica per annunciare il suo passo indietro. La segreteria del Pd commenta con altrettanto lirismo: «Ce lo siamo tolti dal c...o».


24 dicembre
Zingaretti: «Grazie a Oliverio per il suo gesto importante». Il Pd crolla nei sondaggi.

26 dicembre
Callipo dice no a corruttori e mafiosi. Il suo staff: «Ma questo lo sa che servono 24 candidati per ogni lista?».

26 dicembre
Berlusconi scrive agli Occhiuto per chiedergli di appoggiare Santelli. La reazione dei due fratelli: «Visto? Alla fine ha ceduto».

27 dicembre
Occhiuto si ritira. Adesso è un problema solo cosentino.

bellantoni@lactv.it