Cinque assessori, di cui 3 esterni, il ruolo di vicesindaco assegnato alla prima degli eletti e, infine, l’indicazione del nome che verrà proposto per la presidenza del consiglio comunale di Palmi. Questo il grosso delle comunicazioni offerte ieri dal sindaco Giuseppe Ranuccio, il cui secondo mandato parte non senza sorprese, bocciature eccellenti e ritualità democratiche capovolte, dopo il trionfo già nel primo turno dalla formula civica prescelta. In effetti Solidea Schipilliti, Salvatore Celi, Giuseppe Magazzù, Alessandro Riotto e Denise Iacovo, gli assessori presentati in conferenza stampa ieri, rispondendo alle domande hanno negato tutti di avere simpatie di destra o di sinistra, enfatizzando «l’impegno per la città, la fiducia nel sindaco Ranuccio e l’imparzialità rispetto agli schieramenti nazionali».

Civismo sugli scudi, quindi, con Pd e 5Stelle – che pure avevano loro esponenti nelle 5 liste – che rimangono fuori dall’assemblea e dall’esecutivo, anche se Ranuccio ha espresso l’augurio che «chi è rimasto fuori possa accettare di impegnarsi». Qui il riferimento è sembrato all’ex assessore alla Cultura Wladimiro Maisano – non entrato in Consiglio e, piuttosto a sorpresa, non confermato nella giunta – nel quadro di una squadra che il sindaco ex Pd ha voluto presentare per intero e subito, per prevenire eventuali malumori. Ranuccio infatti ha fatto sedere tra i banchi della futura maggioranza anche quei candidati non eletti – che subentreranno dopo le previste surroghe dei consiglieri nominati in giunta – e che hanno preso la parola, al pari di Francesco Cardone indicato come presidente del Consiglio da far eleggere nella prima assemblea ancora da convocare e per questo già sedutosi al fianco del sindaco, nello scranno adibito per il ruolo di garanzia.

Anche sulla scelta caduta per il ruolo di vice sindaco, però, non mancano giudizi che più o meno sotto traccia potrebbero affiorare, visto che Schipilliti – puericultrice, prima degli eletti e destinataria della delega alla Infanzia – è moglie di un consigliere comunale tra i più fedeli nel primo mandato, che non si è candidato probabilmente perché al centro di un’indagine per sospetti maltrattamenti nell’asilo che dirige.