Il sodalizio che fa riferimento all’ex pm napoletano già candidato alla presidenza della Regione non ha ancora deciso se dire di sì al Nuovo Centrosinistra e valuta altre strade
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Sebbene la scelta del prossimo Capo dello Stato sembri aver monopolizzato la scena politica anche nelle “estreme province” dell’impero, di cui fa parte una terra lontana in tutti i sensi dalla Capitale e dalle sue dinamiche quale la Calabria, a Catanzaro si continua a lavorare, su diversi fronti, all’ambita successione di Sergio Abramo.
È il caso, ad esempio, della cosiddetta mozione Donato, che nella prima metà di questa settimana ha coinvolto i suoi protagonisti in un paio di significative riunioni operative per capire quale sarà la strada da seguire per rendere certa e molto competitiva la proposta da loro elaborata. Un momento importante, dunque, per il fronte donatiano rispetto al quale erano circolate voci su un passo indietro della famiglia Guerriero. Ma che, per ora, non pare intenzionata ad aderire alla richiesta degli esponenti del Nuovo Centrosinistra affinché torni alla “casa madre” per giunta dichiarandolo in maniera esplicita. Un’istanza, definiamola così, originata da un post di Facebook in cui si metteva appunto in rilievo l’esclusione dell’area rappresentata dall’ex candidato alle Regionali Fabio Guerriero che, comunque sia, non sembra incline a dir di sì a Nicola Fiorita. La sensazione, quindi, è che si sia trattato di una schermaglia da campagna elettorale.
Al termine di cui, quantomeno per adesso, tutto è rimasto esattamente com’era prima, salvo far discutere per una manciata di giorni le “tifoserie” di questo o quel aspirante sindaco in qualche modo coinvolte nella querelle. Ma, al di là delle ormai sempre immancabili polemiche social, la sostanza è relativa ai contati avviati dallo stesso Donato. Il quale allo stato non solo non dà l’idea di lasciare, bensì al contrario quella di… raddoppiare.
Non una buona notizia, dunque, per chi fa affidamento soprattutto su un bacino elettorale di sinistra, che tale progetto - così come quello ad oggi in campo con Aldo Casalinuovo - sta parcellizzando. Ma le informazioni diventano addirittura pessime per chi va dritto in questa direzione alla luce degli ultimi abboccamenti di Donato con possibili sostenitori. È il caso del gruppo Dema. Il cui leader, già pretendente alla carica di governatore lo scorso inizio ottobre, pur incompatibile con il centrodestra sarebbe in linea con l’idea di non aderire allo schieramento a guida Pd. E ciò non soltanto per il mancato appoggio alle Regionali a Luigi de Magistris di oltre tre mesi fa da parte di una componente fondamentale del programma di governo cittadino varato dal Nuovo Centrosinistra ma pure per il comportamento dei Dem a Palazzo Campanella.
Un’assemblea in cui, infatti, i democrat tratterebbero i demagistrisiani - almeno sarebbe questo il giudizio dei diretti interessati - alla stregua di “parenti poveri” fra gli oppositori di Roberto Occhiuto. Restano tuttavia in piedi pure le interlocuzioni dei donatiani con pezzi moderati di centrodestra, ancora scettici sul lavoro e le decisioni che si stanno prendendo in seno al loro gruppo dirigente. Un aspetto che induce però i Dema all’attesa per capire quale sia il loro futuro, dovendo scegliere tra stare con Donato o Fiorita ovvero, ancora, correre da soli.
Malgrado ciò una certa destra, lo si ribadisce, guarda a Donato aspettando da un po’ una risposta per una candidatura a sindaco - anche in prima persona - o almeno un maggiore coinvolgimento nella strategia complessiva di una big come la deputata Wanda Ferro, la quale però non parrebbe decisa a compiere dei passi fino all’elezione del Presidente della Repubblica. Una vicenda di straordinaria importanza in cui del resto dopo molti anni, o meglio: vari decenni, il suo fronte politico vanta oltretutto una golden share, potendone trarre grossi vantaggi per l’immediato futuro.