Il gruppo dem annuncia un’interrogazione in Consiglio regionale: «Le attrezzature rischiano di diventare obsolete, la giunta Occhiuto fornisca chiarimenti sulla programmazione dell’ente e sulla sua solidità economica»
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Il servizio di LaC News24 sul grande spreco della Fondazione Terina apre un fronte politico che interessa il presente e il futuro di un ente mai decollato. È il gruppo del Partito democratico in consiglio regionale a muoversi e annunciare che chiederà chiarimenti sulle condizioni di quel gioiello (i laboratori della Fondazione) lasciato a prendere polvere nell’area industriale di Lamezia.
«Va valutata con grande attenzione – sostiene il gruppo dem a Palazzo Campanella – la notizia apparsa su LaC News24 in ordine alle attrezzature della Fondazione Terina che rischiano di diventare obsolete, dopo essere acquistate, con grande esborso per le casse regionali, con l’obiettivo di fare partire un progetto sulle verifiche alimentari che mai ha visto l’inizio».
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Il Pd annuncia che si attiverà nell’immediato per ottenere una puntuale informativa dal governo regionale su quanto sta avvenendo nella partecipata della Regione.
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«Non si può certo tollerare che possano lasciarsi inutilizzati i macchinari acquistati a suo tempo per svolgere un’attività importante in un comparto delicato come quello della sicurezza alimentare – proseguono i consiglieri dem – e il governo regionale deve fornire gli opportuni chiarimenti in ordine alla programmazione complessiva della Fondazione e sulla sua solidità economica. Il tema del riordino degli enti strumentali e delle partecipate regionali è ormai annoso, ma non può perdersi altro tempo, né può valere ancora il gioco del rimbalzo delle responsabilità. Per ottenere il massimo della chiarezza su quanto sta avvenendo – conclude la nota stampa del gruppo del Pd – presenteremo un’interrogazione alla giunta regionale per ottenere un quadro chiaro sulle attività della Fondazione Terina e sulla sua attuale stabilità finanziaria».
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Il grande spreco della Fondazione Terina
I macchinari all’avanguardia, costati circa 10 milioni di euro, erano stati acquistati per fare della Fondazione un’eccellenza nazionale nel campo della ricerca e dei controlli sulla filiera agroalimentare. Dopo l’ingente investimento, però, intoppi e lentezze hanno fatto sì che l’unico pensiero per l’ente fosse quello di limitare l’accumulo di debiti e riuscire a pagare i dipendenti (seppure per anni anche questa attività basilare è stata svolta con ritardo preoccupante). A 10 anni dal via del progetto Food@Life, finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca scientifica i risultati sono quasi nulli. E, come abbiamo raccontato nel servizio pubblicato ieri, i macchinari prendono la polvere e il Miur potrebbe chiedere conto del grande spreco.