«Si comunica che il comando del signor Monteleone Benito cessa anticipatamente il 28 ottobre 2019, pertanto lo stesso il 29 ottobre 2019 dovrà fare rientro presso l’ente di appartenenza». Poche righe che certificano quanto sia ormai compromesso il rapporto tra il consigliere regionale Michele Mirabello, presidente della commissione Sanità, e l’ex deputato Bruno Censore. La comunicazione di «fine comando» è firmata dal funzionario del consiglio regionale Romina Cavaggion e dal dirigente Antonino Cortellaro. Monteleone è da sempre il “braccio destro” di Censore, l’uomo che probabilmente più di ogni altro ha un legame umano e politico con l’ex parlamentare serrese, una sorta di factotum prezioso per quest’ultimo. Ebbene, Monteleone – dipendente dell’Asp di Vibo, operatore tecnico all’ospedale di Serra San Bruno -, da gennaio 2019 era stato assunto come autista nella struttura di Mirabello grazie all’istituto del comando, una sorta di distacco temporaneo dal proprio impiego professionale che permette all’interessato di ricoprire un ruolo nell’ambito delle strutture dei consiglieri regionali venendo retribuito dalla Regione. L’incarico di gennaio doveva avere una durata di 12 mesi, in pratica, fino a fine legislatura, ma come messo nero su bianco dai funzionari regionali «cessa anticipatamente».

 

A Palazzo Campanella Monteleone ci è praticamente da sempre, circa 15 anni, transitando dalla struttura di Censore a quella di Pietro Giamborino per finire in quella di Mirabello.
Appare evidente, alla luce delle prese di posizione pubbliche da parte di Mirabello, che questo provvedimento assuma tutti i connotati di uno smacco all’ex “padrino politico” Censore, che di fatto da sempre – come ammesso anche dallo stesso Mirabello – aveva “occupato” le postazioni nella struttura piazzandoci suoi uomini. Postazioni ben retribuite se si pensa che un responsabile di struttura speciale percepisce ben 3.700 euro lordi al mese. Mica bruscolini.