Le tensioni hanno avuto l'apice in occasione dell'ultima votazione in Parlamento, ma si riverberano sul piano locale. In Calabria le Commissioni non sono state costituite a tre mesi dalle regionali e il mancato accordo tra i partiti non ha consentito ancora di ufficializzare tutti i capigruppo
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L’emergenza coronavirus, dopo la fase iniziale esclusivamente di tipo sanitario, si è decisamente spostata verso quello economico-politico. La programmazione della ripartenza sta occupando il governo Conte e il Parlamento. Non solo. La discussione in Italia, dalla quale dipendono i destini di lavoratori e famiglie italiane provati dal lockdown e in apprensione per il proprio futuro, si interseca con quella in Europa.
E non mancano diversità di vedute su strumenti e strategie per venire fuori dalla crisi. Le ultime votazioni in Parlamento ne hanno dato un assaggio e fatto vedere come le prossime settimane e i prossimi mesi potrebbero diventare un crocevia in grado di ridisegnare gli attuali equilibri politici.
La nuova posizione di Forza Italia
Nel centrodestra, in particolare, c’è l’evidenza che i partiti siano in movimento. La posizione assunta da Silvio Berlusconi in relazione al Mes e al confronto con gli aiuti europei ha avuto è in palese contrasto con quella degli alleati Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Tanto che il leader della Lega, appena qualche giorno fa, si è chiesto davanti alle telecamere se il centrodestra esista ancora come coalizione.
Nonostante ciò Berlusconi ha chiesto ai suoi di votare contro l’ordine del giorno presentato da Fdi contro il Mes. La strategia ufficiale, come già illustrato sia ad Antonio Tajani che a Gianni Letta, è quella di smarcarsi dai populismi. Il Cavaliere è sempre stato un fedelissimo dei sondaggi e il segno meno costante al consenso della Lega rappresenterebbero per il leader azzurro un chiaro sentire degli italiani che hanno necessità di sicurezza e moderazione. E la timida risalita del suo partito, di circa mezzo punto percentuale, sarebbe un ulteriore incoraggiamento a proseguire lungo la strada intrapresa.
Meloni prosciuga Salvini e tenta i grillini
Chi non sembra risentire della crisi è Giorgia Meloni che con i suoi Fratelli d’Italia sale fino al 13% drenando consensi alla Lega (al 29%) e aprendo le porte agli eventuali transfughi dal M5S che in Parlamento hanno votato il suo ordine del giorno. Tra questi anche la grillina calabrese Dalila Nesci.
Le tensioni in Consiglio regionale
Le tensioni di livello nazionale si riverberano anche sul piano locale. Se ne ha dimostrazione palese in Consiglio regionale che, a distanza di tre mesi dalle regionali, non ha ancora costituito le sue Commissioni. Anzi alcuni partiti della maggioranza non hanno ancora neanche ufficializzato i capigruppo.
L’Assemblea tornerà a riunirsi lunedì 27 aprile per approvare il bilancio ad un’incollatura dalla scadenza dell’esercizio provvisorio fissata al 30 aprile. Ma dall’ordine del giorno sono scomparsi due punti rispetto a quelli originari. Non si procederà, almeno per il momento, alla discussione sulla nuova Commissione consiliare, sui fondi europei, che era stata approvata a maggioranza dalla Conferenza dei capigruppo. L’organismo è fortemente voluto da Forza Italia, ma ha trovato opposizione negli alleati e nella Lega in particolare con il capogruppo Tilde Minasi che ha ufficialmente chiesto tempo.
Rinviato anche il discorso sul programma da parte delle governatrice Jole Santelli per evitare che il Consiglio si dilungasse troppo vista la complicata discussione da affrontare sul bilancio. Per molti, però, è stato anche un modo per evitare che al momento del discorso del presidente della Regione potessero emergere spaccature.
E in stand-by anche i partiti a Reggio Calabria dove le amministrative sono state rinviate al prossimo autunno, ma la discussione interna al centrodestra non aveva ancora individuato il candidato da opporre all’uscente Giuseppe Falcomatà.