Dopo un minuto di silenzio dedicato alle vittime della rivolta di Reggio Calabria di cui ricorrono i 50 anni su proposta del consigliere dell’Udc Nicola Paris, il Consiglio regionale ha affrontato il nodo legato alle dimissioni di Pippo Callipo. Il candidato governatore le aveva formalizzate lo scorso 29 giugno e da allora si è barricato dietro un ostinato silenzio non presentandosi in Aula. Addirittura i consiglieri di “Io Resto in Calabria” non sarebbero neanche riusciti a raggiungerlo telefonicamente per come raccontato durante la Conferenza dei capigruppo che ha preceduto i lavori d’Aula.


Il presidente Domenico Tallini ha fatto la sintesi della posizione dei diversi gruppi consiliari. «Tutti i partiti – ha detto Tallini – hanno deciso di respingere le dimissioni. Si tratta di un gesto di sensibilità istituzionale: non è mai accaduto nella storia del regionalismo calabrese che il capo delle opposizioni abbandoni dopo 4 mesi la postazione istituzionale che gli hanno conferito migliaia di calabresi. Non ho condiviso le motivazioni con le quali Callipo ha motivato le sue dimissioni. Credo che la decisione di Callipo sia arrivata per il dispiacere provocato dagli attacchi dell’antipolitica da salotto impegnata sempre a inventare complotti. Credo che Callipo debba concedersi un momento di riflessione prima di assumere ogni decisione».

Marcello Anastasi (Iric) ha ringraziato il presidente Tallini per l’appello rivolto a Callipo. «Ritengo che le dimissioni di Callipo vadano interpretate come un urlo di protesta che deve scuoterci. Spero che il voto contrario alle sue dimissioni possano farlo ritornare in Consiglio».

Domenico Giannetta (Fi), dal centrodestra, non è andato troppo per il sottile: «Le dimissioni di Callipo rappresentano plasticamente il fallimento del centrosinistra. Chi si candida a governare la Calabria non può abbandonare al primo ostacolo». Giannetta, da presidente della Commissione di Vigilanza, ha difeso la propria elezione e smentito una prassi in ordine alla presidenza affidata alle opposizioni. «Nelle legislature passate sono stati presidente della Commissione di vigilanza del gruppo Misto o della maggioranza, quindi non è stata violata alcuna prassi».

Graziano Di Natale (Iric), ha apprezzato il garbo del presidente Tallini e stigmatizzato l’intervento di Giannetta che «ha spostato l’attenzione su altro. Se ci fosse una piccola possibilità di un ritorno in campo di Callipo ne sarei contento. E’ stato il nostro faro per l’inizio del nostro movimento. Il suo grido però deve servire per fare in modo che la credibilità del Consiglio e della politica diventino più forti».

Giuseppe Aieta (Dp) ha ammesso la propria difficoltà a discutere delle dimissioni di Callipo. «Capisco il travaglio del presidente del Consiglio e dell’Aula ma dobbiamo fare uno sforzo e andare in profondità su quello che è successo. Il capo dell’opposizione si dimette attraverso un’analisi impietosa di questa Assise. Ho rispetto per Pippo Callipo e quello che ha vissuto, per l’aggressione mediatica subita, ma dissento totalmente dalle motivazioni che sono alla base delle sue dimissioni. E sono convinto che tutti lo pensiamo. Voterò a favore della presa d’atto delle dimissioni per difendere il ruolo di questa Istituzione e non voglio partecipare alla giostra dell’ipocrisia».

Il messaggio di Bevacqua e Guccione ad Oliverio

Il capogruppo del Pd Domenico Bevacqua ha invece condiviso l’appello del presidente Tallini. «Le dimissioni di Callipo sono una sconfitta per il centrosinistra. Il Pd aveva individuato in Pippo Callipo l’uomo giusto per il rinnovamento della politica e per poter cominciare a parlare un linguaggio nuovo. Per questo ci hanno indotto a una profonda riflessione. In ogni caso non presteremo al fianco per chi all’interno della nostra coalizione vuole lucrare per recuperare spazio. Il Pd non si fermerà davanti a questa battuta d’arresto». Il messaggio a Mario Oliverio pare più che evidente. Rincarato da Carlo Guccione: «puerile che nel mio mondo qualcuno possa utilizzare le dimissioni di Callipo per qualche rivincita. Come diceva Gramsci: il vecchi mondo è morto ma quello nuovo stenta a nascere».

Anche Fdi per il tramite di Filippo Pietropaolo e Raffaele Sainato ha annunciato il voto contro le dimissioni, pur condividendo le considerazioni di Aieta. Contrati anche Giuseppe Graziano (Udc) e Baldo Esposito (Cdl) che ha sottolineato come le dimissioni di Callipo «sono un problema esclusivo del centrosinistra, ma sicuramente rappresenta un vulnus per l’intero Consiglio».

Al termine del dibattito il Consiglio ha respinto le dimissioni di Pippo Callipo con 24 voti contrari e 3 favorevoli che arrivano tutti dal centrosinistra. Si tratta del gruppo dei Democratici e Progressisti formato da Giuseppe Aieta e Flora Sculco e dal consigliere Pd Luigi Tassone. Una spaccatura gravissima all’interno del centrosinistra e del Pd proprio alla vigilia degli appuntamenti elettorali di Crotone e Reggio e alla vigilia dell’apertura della stagione congressuale.