VIDEO | Nel giorno delle dimissioni da consigliere di Pippo Callipo, l’Assemblea ignora l’elefante nella stanza e non parla neppure dell’assessore Catalfamo indagata anche per concorso esterno. Tutto il resto viene rimandato: dalla quadra sulle commissioni alla mancanza di impianti per i rifiuti fino alla liquidazione degli enti in dismissione
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Le dimissioni di Pippo Callipo scuotono palazzo Campanella proprio nel giorno della nuova seduta di Consiglio. Il candidato governatore del centrosinistra ha formalizzato la sua rinuncia al ruolo «per l’impossibilità di svolgerlo a causa di prassi – ha detto - che sviliscono le regole e lo stesso esercizio della democrazia». Chi si aspettava una reazione del Consiglio davanti ad accuse così pesanti è rimasto deluso. Blindato per le disposizioni anticovid che cominciano a puzzare di scusa per tenere fuori i giornalisti, palazzo Campanella ha ignorato la questione. Così come ha ignorato la vicenda relativa all’assessore Catalfamo, pure presente in Aula, di cui il M5s ha chiesto le dimissioni dopo il coinvolgimento nell’operazione Helios. Del resto non avrebbe potuto dire nulla la governatrice Jole Santelli, che fin qui ha ignorato il tema, in quanto neanche lei si è presentata in Aula. Per la seconda volta consecutiva, sulle sei sedute fin qui, il presidente della giunta è assente quasi a volersi tenere distante da situazioni incresciose, così come aveva fatto in occasione dell’abrogazione della legge sui vitalizi.
Il balletto sulle Commissioni
Ed allora si ricomincia da dove ci si era interrotti. Minoranza di nuovo fuori dall’Aula per non partecipare al voto delle sole vicepresidenze delle Commissioni. Priva del suo capo politico Callipo, al quale non ha riservato neanche una parola, e di Flora Sculco che si è tenuta stretta la vicepresidenza della Commissione Bilancio, la minoranza ha deciso rivolgersi al Ministero dell’Interno per denunciare le anomalie di questo avvio di legislatura.
Tallini che fatica a tenere l’ordine in Aula non può fare altro che abbozzare e rinviare la questione alle Commissioni che saranno convocate al più presto con la speranza che i vicepresidenti vengano eletti in quella sede. «Dimostreremo che si è trattato solo di un periodo di breve rodaggio» l’augurio del presidente.
Chiusa la parentesi Commissioni, senza risolverla, il Consiglio è passato ad esaminare un cospicuo numero di provvedimenti all’ordine del giorno per prorogare una serie di leggi emergenziali, approvate a maggioranza e in qualche caso con l’astensione della minoranza.
Il dibattito sui rifiuti
A partire da quella relativa al conferimento di rifiuti urbani sulla quale si è sviluppato un vivace dibattito in Aula. Anche perché fuori dal Palazzo, quasi in contemporanea, si svolgeva una manifestazione organizzata da Libera per chiedere interventi immediati per Reggio che sta letteralmente affondando in mezzo ai rifiuti.
La proposta proveniente dalla maggioranza prevede di prorogare il conferimento dei rifiuti urbani nelle discariche private per evitare il collasso del problema. In pratica la scadenza fissata nel Piano regionale rifiuti al 30 giugno viene spostata al 31 dicembre 2020 in quanto non sono stati realizzati gli impianti pubblici per arrivare all’autosufficienza.
Nicola Paris (Udc) è intervenuto nel dibattito per chiedere oltre alla proroga l’intervento in Aula dell’Assessore Ultimo. «So che la giunta sta lavorando su questo tema – ha spiegato Paris – ma serve un passaggio in Aula per dare delle risposte ai cittadini esasperati che stanno protestando anche fuori».
Anche su questo punto le assenze sia di Ultimo che di Santelli si sono fatte notare insomma. A prendere le difese d’ufficio ci ha pensato Gianluca Gallo: «Serve tempo per realizzare gli interventi decisi anche perché occorre combattere l’antistato che ha influenzato e continua a gestire il settore. In questo senso vanno considerate le ordinanze della governatrice. In ogni caso – ha detto Gallo attaccando Falcomatà – lascerei fuori questo tema dalla strumentalizzazione politica di sindaci che sono in difficoltà e si vogliono ricandidare».
Gli altri provvedimenti
Altra proroga è stata prevista poi per la liquidazione delle Comunità montane addirittura fatta arrivare al 31 dicembre 2021, mentre a fine anno è stata spostata la scadenza per l’adeguamento dei requisiti strutturali delle strutture socio educative per la prima infanzia. Rinviate le modifiche alla legge urbanistica, sono state apportate alcune modifiche al Piano Casa. In particolare si modifica l’art. 4 variando “la sola entità dell’incremento della superficie delle unità immobiliari dal 15 al 20%, entro lo stesso limite massimo di 70 mq (200 mq per le destinazioni non residenziali). Viene prevista altresì la possibilità di incremento volumetrico anche per edifici unifamiliari di 1000 metri cubi a condizione che migliorino la classe energetica o l’efficienza sismica”.
Le norme attese dagli stabilimenti balneari
Approvati infine debiti fuori bilancio legati a sentenze esecutive e anche le norme transitorie per il demanio marittimo attese dai balneatori. La norma stabilisce che «esclusivamente per la stagione balneare 2020 e su richiesta dei titolari di concessione, i Comuni potranno concedere un’estensione dell’area in concessione mediante ampliamento del fronte-mare sino al massimo del 30% di quello relativo alla concessione demaniale in essere, nel rispetto di particolari condizioni dettagliate nell’articolato». Sulle condizioni non c’è molta chiarezza anche se, per come illustrato dai proponenti di maggioranza, si tratterebbe di poter estendere solo le zone coperte all’interno delle concessioni già in uso per consentire il distanziamento sociale.