Un acceso botta e risposta è andato in scena nella puntata di oggi di Dopo la Notizia. A scaldare gli animi è stato un polemico confronto sulle sorti del Partito democratico, che in questi giorni sta completando la fase congressuale nei circoli locali e sta mettendo le basi per quello nazionale.

Da una parte il segretario provinciale del Pd di Reggio Calabria Antonio Morabito, dall’altra la componente dell’assemblea nazionale Carmen Latella.

«Noi abbiamo svolto quasi tutti i congressi, ne mancano una decina – ha affermato Morabito -, un dato importante. Ricordiamoci che la segreteria provinciale di Reggio era commissariata da dieci anni e quasi tutti i circoli erano diventati inesistenti. Oggi abbiamo riportato il partito in mezzo alla gente, la nostra volontà è quella di mantenerlo vivo. Ci possono essere delle discussioni nelle singole sezioni ma penso che possano rappresentare una ricchezza. Le correnti ci sono sempre state, dipende come le si utilizzano, non devono servire solo ad ottenere delle postazioni». E sulla crisi strutturale nel partito ha sostenuto: «Alcune correzioni vanno fatte, non siamo esenti da errori».

Il segretario però non ha convinto la componente dell’assemblea nazionale: «Mi sarei aspettata un esercizio di governo innovativo, più franco, aperto, catalizzatore di nuove energie. Mi spiace invece constatare che anche adesso viene negato cosa realmente sta accadendo. Abbiamo assistito al manifesto del circolo di Villa, abbiamo assistito alla sospensione del congresso a Caulonia. Sono stata costretta a fare ricorso perché il segretario del mio circolo si è dimenticato di comunicarmi che si svolgeva l’elezione nel mio territorio. Posso assicurare che almeno cinquanta iscritti, non solo non hanno votato, ma non sono stati neanche convocati». E Latella incalza: «È questa la situazione reale, non c’è confronto vero. Gli iscritti ai circoli sono diventati pedine in mano a un gruppo di potere. Abbiamo un Pd ostaggio. Se non si cambia passo la fine è segnata».

Ma Morabito ha replicato che, seppure qualche cosa non abbia funzionato, «non si può però buttare l’acqua con tutto il bambino se su 40 congressi fatti qualcuno non è andato bene». «Bisogna andare ad analizzare ogni singolo caso e capire cosa è andato storto». ha spiegato. E sulla situazione nazionale ha ribadito che si tratta ancora di una fase costituente e che «nelle prossime settimane sarà più chiara la direzione che il Pd vorrà seguire».

L'intervento di Graziano di Natale

Nel corso della puntata è intervenuto anche l’ex consigliere regionale Pd Graziano Di Natale che ha organizzato, questa sera, un’iniziativa a Cosenza alla quale prenderanno parte sindaci, amministratori locali ed esponenti della sinistra calabrese. «Questo pomeriggio parte una nuova narrazione di come la politica in Calabria potrebbe cambiare, anzi deve cambiare. Riteniamo che il Partito democratico a livello nazionale abbia commesso degli errori. L’iniziativa di oggi serve intanto per parlare delle emergenze regionali e metterle in cima e anche per affermare che sindaci e amministratori decidono di non farsi più delegare ma di rappresentare autonomamente i problemi della regione». E poi: «Qui non si tratta di rinnovare ma di innovare. Bisogna ripartire da capo. Se il Partito democratico vuole ascoltare quello che abbiamo da dire credo che si possano creare le condizioni in Calabria per una nuova e più energica classe dirigente».

Non è mancato pero un accenno alla situazione generale dei democrat: «Bisogna combattere la “ditta”. Sappiamo tutti come sono state definite le candidature a livello nazionale, sappiamo tutti da chi è stato governato il Pd in Calabria, sappiamo tutti come è nato il processo di formazione del partito. Candidature calate dall’alto, ad esempio, per le scorse elezioni regionali, fu sfilata la candidatura di Lucia Nicoletti che non consentì sia a me che a lei di viaggiare in coppia vista la doppia preferenza. Una cosa studiata a tavolino che ha decretato la mia esclusione dal Consiglio regionale».

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