Ci sono stati tutti e sei, agguerritissimi, gli aspiranti sindaci di Catanzaro, nell'occasione ospiti del salotto televisivo di Pasquale Motta. E seduti uno di fianco all'altro, negli studi de LaC del capoluogo, hanno polemizzato con accenti che talvolta sembravano andare ben al di là della normale dialettica politica. Ma, forse, è accaduto perché elezioni quali le Amministrative, molto più di tutte le altre e senza eccezione per la città dei Tre Colli naturalmente, pongono di fronte persone spesso amiche o con interessi convergenti, improvvisamente costrette a darsi battaglia all'ultimo voto.

A ciò si aggiunga come il format di Pubblica Piazza sia concepito proprio per mettere a nudo candidati e rappresentanti delle istituzioni che sottoposti alle domande del conduttore rispondono talora persino "fuori dai denti" al pari di ieri, nell'ennesima puntata del talk. Comunque sia, ad accendere la miccia, nella circostanza, è stata l'ormai vexata quaestio delle ricandidatura degli uscenti su cui Antonello Talerico ha posto l'attenzione. Ma subito dopo rincarando la dose nel rimproverare, per così dire, il collega-avversario Valerio Donato per non aver preso le distanze dal suo sostenitore Sergio Costanzo con cui Talerico è stato protagonista di una querelle social fatta di reciproche accuse e giudizi sferzanti.

Donato, però, non è certo rimasto a guardare (o meglio, ad ascoltare, nel caso di specie) lamentandosi della strumentalità (dal proprio punto di vista) di certe prese di posizione che mirerebbero soltanto a cercare di rompere un fonte donatiano, ad avviso del diretto interessato, «ampio e compatto». Colpi di sciabola a ripetizione, dunque, a cui hanno fatto seguito altre stoccate su allusioni a tentativi di corteggiamento di questo o quel candidato a consigliere salvo parlarne malissimo dopo un rifiuto alla proposta di adesione a uno schieramento e la scelta di scendere in campo nelle file di quello opposto. Quanto ha messo tutti - o quasi - d'accordo (ad eccezione di Wanda Ferro) è invece stato il pessimo parere sull'incontrastata governance di Sergio Abramo a Palazzo De Nobili. Un'era, inframmezzata da appena sei anni circa di stasi, che ha superato il quarto di secolo. Periodo che solo la Ferro ha elogiato, dovendosi tuttavia riferire come Abramo abbia deciso di appoggiarla all'indomani dell'incantevole rifiuto a riservargli un posto nella compagine donatiana per stessa pubblica ammissione del sindaco uscente. Il quale ha di recente amaramente commentato il fatto, dicendo: «I miei amici mi hanno escluso senza scrupoli e non me ne capacito, essendo stato trattato come un delinquente».

Non è comunque mancato lo spazio per le proposte di amministrazione del capoluogo con gli interventi - oltreché dei citati Donato, Ferro e Talerico - di Nino Campo, Francesco Di Lieto e Nicola Fiorita, che pur non risparmiando critiche al centrodestra alla guida della città e ai rivali non hanno alzato i toni più di tanto. Salvo forse Fiorita, che con Donato si è beccato comunque in maniera assai meno veemente rispetto a Talerico, sentendosi tuttavia dire da Donato: «Voi due (l'altro della coppia sarebbe appunto Talerico, ndr) andate perfettamente d'accordo perché sarete insieme contro di me nell'eventuale ballottaggio». Un’affermazione di cui però, banalmente, si potrà avere riscontro solo dal prossimo 13 giugno, giorno dopo il primo turno.

È possibile rivedere la puntata di Pubblica Piazza su LaC Play.