Il Codacons chiede al Comune di Catanzaro di vietare l’apertura di sale da gioco entro un raggio di 500 metri da una serie di siti “sensibili” (quali scuole, asili, ospedali, case di cura e di riposo, parchi e aree per il gioco).
La ragione della richiesta - spiegano dal Codacons - sta nei numeri. 


Il business del gioco d'azzardo legalizzato è enorme: nell'ultimo anno, in Italia, sono stati giocati circa 100 miliardi di euro, per un incasso netto da parte dello Stato di 10 miliardi.
Ma questo gigantesco affare miete vittime ogni giorno. Solo una visione miope di breve periodo, non considera gli ingenti costi sociali legati a questo fenomeno. Le vittime sono per lo più persone con problemi psicologici o relazionali; motivati spesso dal lutto, alla separazione, dal pensionamento alla perdita di lavoro, che inseguono il miraggio di una vincita per evadere da una drammatica realtà. Il gioco diventa fonte di gratificazione e stordimento davanti ai propri problemi trasformandosi in dipendenza.


Tanto che abbiamo notizie di soggetti che contraggono prestiti, per poter continuare a giocare...e perdere.
Senza dimenticare che almeno 7 adolescenti su 10 giocano e scommettono, in barba a divieti e limiti per i minorenni.
Il gioco d’azzardo è un’attività pericolosa - afferma Francesco Di Lieto del Codacons - e, come tale, chi la esercita deve dimostrare di avere adottato, ex art. 2050 c.c., tutte le misure necessarie ad evitare il danno. Danno che, nello specifico, è la dipendenza da gioco d’azzardo, patologia riconosciuta dal Ministero della Salute.
Uno dei tanti paradossi italiani è costituito dal Decreto Balduzzi, con cui si era stabilita una progressiva ricollocazione delle sale da gioco, in modo da tenerle ben distanzi dai luoghi c.d. sensibili (scuole, chiese, centri socio ricreativi ecc.) con l’obiettivo di scongiurare continui ulteriori stimoli al gioco. 


Tale norma, tuttavia, è rimasta inattuata, senza contare l’impossibilità di intervento sul gioco online, offerto 24 ore su 24 senza limiti spaziali e temporali.  In considerazione dei gravissimi danni prodotti dal gioco d’azzardo, il Codacons ha formalizzato una richiesta al Comune capoluogo di regione affinché si doti di una regolamentazione che possa contrastare questa piaga sociale che espone alla rovina tante, troppe, famiglie e, nel contempo, possa essere da stimolo a tutti i comuni calabresi.

Senza dimenticare che, come sembrerebbe emergere da una serie di attività investigative, su questo gigantesco affare da tempo ha messo i propri artigli la criminalità organizzata. La nostra richiesta - prosegue l'avv Di Lieto - si fonda su una recentissima decisione della Corte Costituzionale dello scorso 11 maggio che riconosce agli enti locali il potere di intervento autonomo sulle sale slot, indipendentemente dalle 
norme nazionali.

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Si ritiene doveroso, quindi, contrastare la prossimità delle sale e degli apparecchi da gioco a determinati luoghi, ove si radunano soggetti ritenuti psicologicamente più esposti all’illusione di conseguire vincite e facili guadagni e, quindi, al rischio di cadere vittime della “dipendenza da gioco d’azzardo”: fenomeno da tempo riconosciuto come vero e proprio disturbo del comportamento, assimilabile, per certi versi, alla tossicodipendenza e all'alcoolismo. Confidiamo nel senso di responsabilità del Comune di Catanzaro - concludono dal Codacons - sperando che l'Ente voglia prendere una posizione chiara contro chi lucra sulla disperazione dei Cittadini. Non è possibile rimanere inerti dinnanzi alla rovina di tante famiglie.