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La coalizione di centrodestra si ritrova al cineteatro metropolitano di Reggio per discutere di infrastrutture e sviluppo all’iniziativa organizzata dal Movimento Sovranista che ha visto la partecipazione del segretario nazionale Gianni Alemanno, del suo vice Roberto Menia e del senatore Claudio Barbaro. Insieme a loro i vertici locali del partito con il coordinatore provinciale Ernesto Siclari nelle vesti di moderatore del dibattito.
Alemanno è andato dritto al punto: «Le infrastrutture mancano al Sud perché i governi nazionali non investono risorse adeguate, anzi investono meno che al Nord, al contrario di quello che si dice». Per questo «anche con un passo indietro di Salvini» Alemanno si augura un governo nazionale che sappia mettere il Mezzogiorno al primo posto della propria agenda politica. Un centrodestra che ha risposto in maniera trasversale all’appello del Movimento sovranista. «Serve un centrodestra unito – ha detto ancora Alemanno ricordando i fasti della gestione Scopelliti – per tornare a vincere in Regione e a Reggio dopo i disastri delle amministrazioni di centrosinistra».
I tormenti di Forza Italia e le accuse di Pizzimenti
Per arrivare al centrodestra unito, però, ci sarà da lavorare ancora considerate le tensioni che animano soprattutto Forza Italia. Ha fatto un certa impressione alla convention del Msn vedere, in platea, seduti vicini Alessandro Nicolò, che ha appena abbandonato Forza Italia per aderire a Fratelli d’Italia, e il neo parlamentare azzurro Francesco Cannizzaro. Tra i due i rapporti non è che siano stati propriamente idilliaci nel recente passato. E soprattutto in ordine alla scelta delle candidature. L’addio di Nicolò non è stato poi che il primo di una lunga serie di abbandoni con oltre trecento iscritti che hanno restituito la tessera, ma anche con l’addio di numerosi big. Proprio negli scorsi giorni ha salutato Forza Italia anche l’ex presidente del Consiglio provinciale Michele Marcianò, che ha aderito alla Lega, e manca solo l’ufficialità per l’addio del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Antonio Pizzimenti.
Un vero e proprio esodo, come ha fatto notare anche il dirigente del Coordinamento provinciale degli Enti locali del partito, Nuccio Pizzimenti, che attribuisce piena responsabilità al coordinamento regionale. «Sono molto amareggiato di vedere Forza Italia come una margherita, che perde i petali, e alla fine rimane solo il gambo, a causa delle scelte scellerate del partito regionale. Abbiamo perso il capogruppo alla Regione Alessandro Nicolò, il capogruppo al Comune di Reggio Calabria Antonio Pizzimenti e Michele Marcianò in solo un mese. Ai miei amici di partito sopra citati va tutta la mia solidarietà e stima. Ora chi ha responsabilità prenda la decisione più giusta, si occupi di altro perchè non siamo più disposti a continue mortificazioni».» A dimostrazione che la gestione futura di Forza Italia in riva allo Stretto sarà tutt’altro che semplice, considerato che il partito è ancora commissariato e sotto la guida di Jole Santelli e che Francesco Cannizzaro e Marco Siclari non sembrano avere vedute comuni sul soggetto al quale affidare il traghettamento.
L'applauso a Scopelliti
In attesa che gli azzurri risolvano i loro guai, il centrodestra reggino si presenta sempre più affidato alla Lega e a Fratelli d’Italia, capaci di attrarre quasi tutti i protagonisti della stagione scopellitiana, dall’ex sindaco Demetrio Arena fino alla mancata senatrice Tilde Minasi. Tutti a rimpiangere il passato e a recriminare per l’assenza del leader attualmente in carcere dopo la sentenza del processo Fallara. Un affetto verso il leader azzoppato dalla magistratura per nulla sopito come dimostrato dal lungo applauso tributato alla fine del video che ha racchiuso i principali risultati ottenuti dalle amministrazioni Scopelliti in città.
Il senatore Barbaro lo è poi andato a visitare al carcere di Arghillà, sfruttando quella che è una prerogativa dei parlamentari. «L’ho trovato in forma e tonico come mi auguravo – ha detto Barbaro – e spero che presto possa essere recuperato per la politica della destra italiana».
Riccardo Tripepi