È stato un consiglio regionale tutto sommato rapido, considerato che in discussione c’era il bilancio ovvero l’atto più politico di ogni annualità della legislatura. L’assenza forzata del presidente della giunta, Roberto Occhiuto, però, ha di molto ridimensionato la discussione politica. Questo non vuol dire che non ci siano state scintille, anzi.

Soprattutto sulla questione Sacal il consigliere regionale del Misto, Antonio Maria Lo Schiavo, è andato giù duro, ma l’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, che in aula ha rivendicato la sua matrice tecnica, ha replicato appunto su questo piano, senza affrontare il nodo politico che poneva un po’ tutta la minoranza. In una regione che ha indici macroeconomici poco esaltanti, conviene investire una massa così ingente di risorse (75 milioni più i 13 per esonerare le compagnie dai diritti di imbarco) nella Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi?

Lo Schiavo, ha detto che leggendo il bilancio l’unica strategia del centrodestra è quella di investire nel sistema aeroportuale. Con quali effetti? Il consigliere ha detto che al momento non si vedono visto che il Pil in Calabria cresce dello 0,4, che l’Istat prevede per la Calabria la perdita di 300mila abitanti entro il 2050 e che qui risiede il maggior numero di inoccupati d’Europa (quelli che non lavorano né cercano una occupazione).

A tutto questo si risponde con investimenti massicci negli aeroporti con un’operazione che la minoranza definisce opaca e la maggioranza, incurante di eventuali rischi di danno erariale, ha votato ad occhi chiusi. Si perché Lo Schiavo ha portato in aula i bilanci di Sacal che presentano un utile di esercizio di 292mila euro, mentre il patrimonio netto (ovvero il capitale sociale, i ricavi e le perdite degli anni precedenti) è di dieci milioni di euro contro i 22 milioni di capitale sociale iniziale. Questo vuol dire che c’è una perdita di dodici milioni. Forse questo spiega il perché siamo alla terza convocazione dell’assemblea dei soci. «Nessuno finora ha voluto sottoscrivere l’aumento di capitale. Sono tutti scappati?», ha chiesto retoricamente Lo Schiavo.

Ma tutti chi? In realtà la visura camerale di Sacal dice che i privati hanno davvero una manciata di azioni, Fincalabra ha poco meno del 52%, la Regione il 9,2, il resto fra i comuni di Catanzaro e Lamezia e la Camera di commercio di Cosenza e Catanzaro-Crotone. Insomma ormai la società è quasi tutta pubblica e su di essa il centrodestra sembra fare all in.

Nella sua replica l’assessore Minenna ha definito grottesche le obiezioni della minoranza e ha parlato di un processo di successo al quale alcuni soci potrebbero non aver potuto partecipare più che voluto. Anche sui 75 milioni dice che la cifra è l’importo massimo a cui può arrivare la Regione, ma non è detto che gli altri soci non sottoscrivano le azioni. Ha infine spiegato che l’aumento di capitale serve a un potenziamento complessivo degli scali con investimenti infrastrutturali stabiliti nel Cis volare, si tratta cioè di investimenti cofinanziati dallo Stato. Insomma spiegazioni tecniche, come detto, e poco politiche sulla filosofia di fondo.

Soprattutto resta l’enigma del perché la giunta regionale abbia approvato la manovra di bilancio più di una settimana fa e poi sia spuntato l’emendamento a firma Montuoro il giorno prima della assemblea dei soci. I più maliziosi dicono che gli uffici regionali abbiano voluto una copertura dai consiglieri regionali per allontanare le proprie responsabilità attraverso la manovra di bilancio. Il punto è che se il Ministero o Bruxelles dovesse considerare l’investimento non coerente con gli obiettivi dell’Fsc i 75 milioni dove verranno presi?

In più Lo Schiavo ha lamentato il fatto che con la manovra Sacal si è bruciato tutto il capitolo del Fsc destinato a aumentare la competitività delle imprese.

Al di là della Sacal un altro problema è stato sollevato in aula. Il Governo Meloni ha drasticamente ridotto il fondo assegnato alle Regioni per i contributi sugli affitti. Lo scorso anno il fondo era di sei milioni che la Regione girava ai Comuni per il sostegno alle famiglie in difficoltà. Oggi quel fondo è ridotto a soli 170mila euro. Come si aiuteranno le famiglie che non riescano a pagare l’affitto? Lo Schiavo aveva proposto di devolvere al fondo parte dei soldi che vengono utilizzati per il funzionamento del consiglio. L’emendamento però è stato respinto perché il bilancio di Palazzo Campanella era stato già approvato.

Il resto del consiglio è scivolato via fra la timidezza della maggioranza e le stoccate della minoranza sui dati macroeconomici calabresi. C’è però una novità. Questa volta l’opposizione ha espresso voto contrario sulla manovra contrariamente a quanto fatto qualche mese fa sull’assestamento. In quel caso si era limitata all’astensione.