Giornata di frenetiche riunioni a palazzo San Giorgio con il sindaco Giuseppe Falcomatà che ha voluto incontrare sia i capigruppo che gli esponenti della maggioranza che sostiene la sua giunta. Tante le questioni da affrontare, comprese le emergenze legate alla rete idrica e alla manutenzione del verde pubblico dopo gli ultimi incidenti avvenuti sul lungomare. Ma l’obiettivo primario dei vertici era uno solo: risolvere una volta e per tutte la questione relativa all’assessore ai Lavori Pubblici e alla Legalità Angela Marcianò, anche attraverso il suo sollevamento dall’incarico. Operazione che, però, è stata rinviata a data da destinarsi.

 

L'idea era di avere il mandato per ritirare le deleghe alla Marcianò

L’idea originaria del sindaco e del suo entourage era quella di ottenere l’approvazione di un documento che richiamava l’assessore alla sue responsabilità e cioè a un piano triennale delle opere pubbliche praticamente fermo e a una serie di inefficienze nel settore legato all’edilizia scolastica e al servizio mense. Molti dei capigruppo, però, si sono messi di traverso. Ok alla discussione sull’operato dell’assessore, ma nessuna condivisione sull’idea di dare un mandato pieno al sindaco per procedere al ritiro delle deleghe. I gruppi esterni al Pd, dai Socialisti fino ad a Testa Alta (Martino, Ruvolo, Nucera, Imbalzano, Mileto) hanno chiesto prudenza e un ragionamento politico più ampio. Tanto che il documento alla fine non è stato neanche messo in votazione e la riunione è stata aggiornata a data da destinarsi.

 

Sebi Romeo c'è, Irto non si fa vedere

E’ chiaro però che al Comune di Reggio gli equilibri stanno mutando, come dimostrato anche dal faccia a faccia che Falcomatà ha avuto con Sebi Romeo e i suoi consiglieri nel corso della giornata. Romeo, capogruppo alla Regione vicino ad Oliverio, si è a lungo confrontato con il primo cittadino per studiare le migliori strategie da adottare. Nessuna traccia, invece, del renziano doc Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale, che si è tenuto alla larga dalla spinosa vicenda.

 

Segnali evidenti del ricollocamento in corso da parte di Falcomatà dopo la frizioni avute con Matteo Renzi al momento della nomina della segreteria nazionale. Renzi, dopo aver tenuto in caldo il nome di Falcomatà che tutti davano per acquisito nella nuova squadra democrat, all’ultimo istante ha pescato il nome dell’assessore Marcianò, neanche iscritta al Pd e con presunti trascorsi da elettrice del centrodestra.

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Una ferita che non si è rimarginata e cha ha una coda nella vita quotidiana di palazzo San Giorgio dove i contrasti tra l’assessore e il sindaco sono continui. Le ultime uscite sulla stampa della Marcianò, poi, che ha denunciato “boicottaggi” della sua azione da parte del sindaco, non sono andati giù a gran parte della maggioranza. Anche perché secondo la gran parte del Consiglio la Marcianò non starebbe svolgendo la sua attività al meglio. Anche il consigliere delegato alla manutenzione della rete idrica Paolo Brunetti ha avuto molto a che dire con l’assessorato della Marcianò e alcuni risultati sono stati visibili ai reggini nelle ultime settimane, in termini di carenza d’acqua.

Falcomatà si avvicina a Franceschini?

In ogni caso è il metodo adottato dal sindaco che è stato respinto al mittente. Basta colpi di mano da uomo solo al comando, ma decisioni concordate e prudenti. Che passerebbero da una messa in mora all’assessore Marcianò con la quale chiedere conto dei risultati raggiunti con la sua attività. Poi si potranno prendere le decisioni opportune, che non potranno che essere di rottura. Anche perché, a quanto pare, sull’operazione Falcomatà avrebbe avuto coperture romane ancora non identificate che molti, però, riconducono agi ambienti vicini a Dario Franceschini.

Riccardo Tripepi

 

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