Ancora nessuna decisione in ordine alla incandidabilità del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino. La riunione della giunta per le elezioni di palazzo Campanella, presieduta da dal capogruppo del Pd Sebi Romeo, ha rinviato i lavori al prossimo 11 agosto.


In poco più di mezzora, la giunta si è limitata ad incardinare l’argomento dopo aver preso atto delle dimissioni del consigliere Arturo Bova e aver proceduto alla sua sostituzione con il consigliere Giuseppe Giudiceandrea.


Successivamente, l’organismo, ha proceduto all’esame della posizione di D’Agostino, il quale però ha scelto di non difendersi davanti ai colleghi, ma ha preferito “riferirsi alla memoria prodotta dai suoi legali di fiducia Guido Contestabile e Giovanni Marafioti”.
Cinque pagine di memoria difensiva in cui si spiegano i motivi per i quali il consigliere ha deciso di omettere, al momento della sua candidatura, la denuncia rimediata negli anni ‘90 per aver trasportato armi da fuoco nel cofano della sua macchina.


A questo punto i componenti della giunta hanno chiesto tempo per esaminare i documenti, mentre il presidente Romeo ha informato i consiglieri di avere chiesto il parere dell’avvocatura regionale e del settore legale del Consiglio “con l’intento – ha spiegato lo stesso Sebi Romeo- di deliberare in merito alla posizione di D’Agostino nel quadro di una valutazione approfondita, documentata e celere”. Anche perché il vicepresidente è rimasto coinvolto anche nelle ultime inchieste giudiziarie condotte dalla Procura di Reggio.


Inevitabile, dunque, il rinvio alla prossima settimana. Una volta che la giunta avrà preso le proprie decisioni, la pratica passerà al Consiglio cui spetterà l’ultima parola. Consiglio che, verosimilmente, tornerà a riunirsi non prima della fine del mese.


La pratica D’Agostino, insomma, andrà ad inserirsi fra le spine che stanno tormentando il Pd e la giunta Oliverio dopo l’acuirsi dei conflitti fra l’esecutivo e i consiglieri regionali, come si è potuto verificare anche in occasione dell’ultima riunione del Consiglio regionale, specialmente nel momento in cui l’Aula è stata chiamata all’approvazione di debiti fuori bilancio per un importo di circa 9 milioni di euro.


Anche nei giorni successivi, a mezzo stampa, è continuata una dura polemica che ha coinvolto, oltre ai “soliti” Guccione e Ciconte, anche esponenti dalla “Oliverio presidente” come Vincenzo Pasqua che ha parlato chiaramente di “svilimento” del ruolo del Consiglio.


E seppure il segretario regionale Ernesto Magorno, forte della pace di plastica ottenuta a Camigliatello, continua a fare finta di nulla e ha insediato la nuova segreteria, la sensazione è che il mese di agosto si annuncia tutt’altro che sereno per il Pd e per l’intero centrosinistra calabrese.

 

Riccardo Tripepi