Dai banchi di palazzo dei Bruzi lo scontro si sta spostando in Parlamento con un scambio di accuse reciproche fra gli schieramenti che preannunciato una campagna elettorale al veleno.


Nella giornata di ieri un’interrogazione è stata annunciata dai parlamentari del Pd di Cosenza (Magorno, Bossio, Covello e Aiello) per denunciare una mala gestio del Comune secondo i parlamentari unico motivo della fine anticipata della sindacura Occhiuto. Secondo i parlamentari democrat le questioni politiche vengono dopo e riferiscono pubblicamente di illegalità diffuse nell’amministrazione uscente, tanto da far azzardare a qualcuno paragoni con quanto avvenuto di recente a Reggio Calabria con lo scioglimento per infiltrazioni dell’amministrazione Arena. Un allarme sempre più insistente che per i parlamentari Pd ha convinto i consiglieri comunali, anche di maggioranza, a stoppare il percorso di Occhiuto.
«Lo scioglimento del Consiglio comunale – affermano i parlamentari del Pd - non è solo la risultante del fallimento politico - amministrativo dell'amministrazione Occhiuto ma é innanzitutto un'azione interruttiva di un progressivo e crescente processo di degrado e degenerazione morale. Al Comune di Cosenza l’illegalità è stata, di fatto, eletta a norma. Sono molteplici e numerosi gli indizi che connotano un contesto torbido e di intrecci politico-affaristici che caratterizzano l'azione amministrativa di Palazzo dei Bruzi”.


E poi ancora più chiari. «Lo scioglimento del Consiglio comunale non é solo la manifestazione di una volontà tesa a promuovere un progetto politico alternativo all'esperienza amministrativa guidata da Occhiuto ma é anche e soprattutto un atto di responsabilità finalizzata a tutelare l'istituzione comunale da possibili effetti devastanti conseguenti a numerose indagini che la magistratura ordinaria e la Direzione Distrettuale Antimafia, da come si evince dalla stampa, stanno conducendo”.


Chi di interrogazione ferisce, di interrogazione perisce. E così anche Jole Santelli e Roberto Occhiuto, parlamentari e coordinatori di Fi in Calabria, ricordano l’interrogazione presentata al ministro della Giustizia qualche tempo fa per accertare presunti fenomeni di “corruzione elettorale” che sarebbero alla base delle dimissioni di alcuni dei consiglieri comunali cosentini. «A quella richiesta – affermano i due - seguì una risposta definita interlocutoria del governo che però assumeva un impegno di vigilanza e controllo sulle situazioni indicate». Occhiuto e Santelli sostengono che i «tentativi di “corruzione politica” hanno portato sabato 6 febbraio alle dimissioni di17 consiglieri comunali; incontri con blandizie, minacce e promesse di diverso tipo sono stati al centro di giornate convulse. Ad avvelenare il clima notizie di stampa che annunciavano indagini, l’avvio di commissioni d'inchiesta, il tutto condito da un sapiente miscuglio di pseudo fughe di notizie, millanterie e presunte soffiate. Tutto questo appartiene alla barbarie della politica e della giustizia secondo un modo di procedere che travolge dignità delle persone e interesse della città».

 

Riccardo Tripepi