Cari lettori,

in questi giorni vi abbiamo dato conto di una serie di prese di posizioni del 2017 del dottor Massimo Misiti, candidato del Movimento 5 Stelle nel collegio di Castrovillari, provenienti dai suoi account social. Questi tweet, pubblicati anche su Facebook, contengono dei toni decisamente poco concilianti nei confronti del suo attuale partito. In questi giorni abbiamo provveduto a delle verifiche, anche a seguito della smentita del dottor Misiti, e siamo giunti alle decisioni che qui vi proponiamo. Ma andiamo con ordine.

 

Nel corsivo di Pablo dal titolo Quando Misiti (M5s) definiva Di Maio “la vergogna della sua famiglia” pubblichiamo dei contenuti provenienti dal profilo Facebook del candidato Misiti. Su Facebook è presente uno share automatico da Twitter, collegato all’account Twitter @MassimoMisiti: in parole povere, se si pubblica qualcosa sull’account Twitter viene automaticamente condivisa sul profilo Facebook.

Iniziamo, però, dal certificare quali siano i reali account social del dottor Misiti. Si tratta di una pagina Facebook (aperta per la campagna elettorale e che è successiva ai post incriminati, quindi non prenderemo in considerazione), di un profilo Facebook e di un account Twitter, che pubblicano pressappoco gli stessi contenuti.

 

 

Dunque, messe in chiaro le premesse, andiamo alla materia del contendere: alcune nostre fonti ci hanno segnalato dei post, presenti su Twitter ma condivisi attraverso uno share automatico proveniente da Twitter, in cui Misiti usava toni poco concilianti verso alcuni rappresentanti del Movimento 5 Stelle, in particolare il sindaco di Roma Virginia Raggi e il candidato premier Luigi Di Maio, capo politico del Movimento.

 

 

Questo è l’account Facebook, la foto del profilo è identica a quella attuale e i contenuti sono condivisi da Twitter. Infatti, se andiamo a scorrere i profili Facebook e l’account Twitter incriminati, questi post non sono più presenti. Nella smentita ricevuta, il candidato dice che gli sceenshot che abbiamo pubblicato non provengono dal suo profilo. Il profilo, infatti, è stato chiaramente ripulito: non sono più presenti riferimenti critici agli esponenti del M5S, ma non sono presenti nemmeno riferimenti positivi relativi al presidente della Regione Puglia Emiliano, nella cui corrente del PD si riconosceva. Però, la cosa interessante è che gli altri contenuti che si vedono in questi screenshot corrispondono perfettamente nelle date e negli orari tra i due account, ed è così impossibile dire che “l’account Twitter non è mio”. Ve lo dimostriamo subito.

 

 

 

Come vedete, in questo caso i contenuti relativi alle news sono stati mantenuti e sono identici tra il primo, lo screenshot che abbiamo pubblicato, e il secondo, il profilo Twitter attualmente consultabile online. Entrambi pubblicati il 14 settembre 2016 e il 15 settembre 2016: manca soltanto il tweet su Di Maio, che è stato prontamente ripulito

La stessa cosa è facilmente verificabile più avanti, nel secondo documento che vi abbiamo proposto.

 

 

I contenuti sono stati prontamente rimossi anche qui. Restano le condivisioni degli articoli, sparisce magicamente da Twitter e di conseguenza anche da Facebook il contenuto in cui l’ortopedico candidato con i grillini criticava il sindaco di Roma, Virginia Raggi, per avere rifiutato la possibilità di candidare Roma come organizzatrice delle Olimpiadi.

 

Dunque, come vedete, ecco quanto è successo. Nell’articolo del 28, invece, sono stati utilizzati dei dati erronei, che abbiamo prontamente rimosso dal nostro sito dopo un accurato fact-checking.

 

Però, queste informazioni restano e sono a disposizione di tutti. Va benissimo cambiare parere, è umano: però, minacciare querele a chi fa un mestiere delicato come il nostro dopo aver rimosso i contenuti dai social network ci pare irrispettoso. Irrispettoso non soltanto perché offende la professionalità di una intera redazione e di una testata che raccontano, a proprio rischio e pericolo come visto in questi giorni, la Calabria in ogni sua sfaccettatura: ma anche irrispettoso verso quegli attivisti del Movimento 5 Stelle che ci hanno segnalato l’accaduto e che vorrebbero votare dei candidati trasparenti, che raccontino anche il loro passato e perché hanno cambiato idea magari, e non che si affrettino a cancellare il loro passato dai social in cambio di una candidatura eccellente.

 

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Poco fa, ci è stata inviata una lettera aperta da parte del dottor Massimo Misiti indirizzata anche agli ordini professionali per lamentarsi di un pezzo pubblicato dalla nostra testata nel quale si evidenziavano dei post denigratori ai danni dei dirigenti nazionali del M5S di cui facevamo cenno nella presente precisazione. Comprendiamo benissimo che il dott. Misiti si ritrovi alle ultime battute di una campagna elettorale che lo vede concorrere per la conquista di un seggio parlamentare sotto le insegne del M5S e, dunque, con i nervi a fior di pelle, soprattutto perché la sua candidatura è stata al centro di numerose polemiche e ha prodotto non pochi maldipancia nei militanti del movimento pentastellato. E tuttavia, tentare di recitare il ruolo della vittima o cucirsi addosso una presunta verginità politica rispetto ai lettori e ai dirigenti del M5S gli viene  male. Come abbiamo spiegato sopra, nel secondo pezzo che abbiamo pubblicato abbiamo utilizzato dei dati erronei e li abbiamo subito rimossi, dopo che, il collega Mario Tursi Prato, collega che funge di addetto stampa ci ha fatto osservare che molto probabilmente erano stati tratti da un profilo falso. Evidentemente al dottor Misiti non è bastato la correzione di un errore tecnico e tenta di utilizzarlo per darsi una verginità politica nei confronti degli elettori del M5S, una verginità che non possiede affatto. È un fatto che Massimo Misiti qualche mese fa, come abbiamo potuto evidenziare nel primo corsivo di Pablo dedicato a questa vicenda, non nutrisse nessuna stima nei confronti del leader del M5S Luigi Di Maio. È un fatto che il profilo ufficiale di Twitter e Facebook, come abbiamo tecnicamente provato, sia stato ripulito dai giudizi negativi verso la Raggi e Di Maio. E, dunque, è un fatto che il candidato cinque stelle del collegio uninominale Castrovillari-Paola, non solo mente spudoratamente agli elettori ma ha spudoratamente tradito la fiducia di chi lo ha investito del ruolo di rappresentanza del movimento pentastellato. Di fronte a tutto ciò, dunque, la lezioncina sul giornalismo corretto o le accuse di scarsa professionalità che ci viene mossa dal dottor Misiti ci appare a dir poco risibile. Come ci appare risibile la lettera aperta agli organismi dell’ordine dei giornalisti inviata dal candidato M5S della tirrenica cosentina. La circostanza che abbiamo reso noto con i due corsivi di Pablo rimane: Misiti fino a qualche tempo fa disprezzava Di Maio e il M5S. Punto. Il resto è noia. Oggi grazie alla chimera di un seggio parlamentare ha cambiato idea? Buon per lui, ma ci risparmi le sciocchezze e i vittimismi a buon mercato.


Come si evince da questa precisazione, abbiamo analizzato i profili social del dottor Misiti e abbiamo avuto conferma che Misiti avesse qualcosa da nascondere nella narrazione dei suoi profili. E c’è da ritenere che ci sarebbe molto da obiettare sulla incrollabile fede grillina del noto ortopedico, neo profeta del pensiero pentastellato. Tutto qua. Il resto non è materia che ci riguarda, è materia degli elettori. Il nostro mestiere è quello di esercitare il nostro sacrosanto diritto di cronaca, cosa che abbiamo fatto con scrupolo sapendo che siamo pronti a riconoscere gli errori, sempre, ma non siamo disponibili a farci prendere per i fondelli. Il dott. Misiti minaccia di rivolgersi alle vie legali per il presunto danno subito? E’ un suo diritto e ne prendiamo atto. Tuttavia, riteniamo che sarebbe molto più saggio per la sua carriera politica chiedere scusa ai militanti cinquestelle per avergli tentato di rifilargli molto meno di una mezza verità. E come diceva Abraham Lincoln: «Nessun uomo ha una buona memoria sufficiente a farne un bugiardo di successo».

 

Pasquale Motta