Il movimento nato proprio per rivendicare il protagonismo dei territori rispetto la deriva “romanocentrica” della politica ha organizzato nei giorni scorsi a Catanzaro un dibattito a più voci sul tema
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L’autonomia differenziata è materia complessa da affrontare perché richiede competenze di varia natura: giuridiche, di finanza pubblica, economiche. Eppure bisogna parlarne perché dietro quelle due paroline si nascondono una serie di servizi essenziali per i cittadini: istruzione, sanità, trasporti, servizi sociali ecc.
Italia del Meridione, movimento nato proprio per rivendicare il protagonismo dei territori rispetto la deriva “romanocentrica” della politica, ha voluto per questo organizzare, nei giorni scorsi a Catanzaro, un dibattito a più voci sul tema. Un confronto interessante organizzato dalla segretaria cittadina di Idm, Serena Varano e quello provinciale, Leo Procopio.
Dopo una lunga sfilza di saluti fra i quali quelli del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che si è detto pronto alle barricate di fronte ad un provvedimento iniquo e penalizzante per il Sud, si è entrati nel vivo del dibattito con il docente di Diritto Costituzionale della Umg, Andrea Lollo, che ha commentato la bozza Calderoli, sottolineando però che si tratta per il momento solo di una bozza. Leggendo il testo due sono i punti più controversi.
Il primo riguarda i Lep (livelli essenziali delle prestazioni). La norma prevede che questi vengano definiti da una cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La norma dice proprio definiti e non realizzati. Differenza certamente di non poco conto. Non solo ma per definirli la cabina di regia dovrebbe far riferimento alla spesa storica degli ultimi tre anni ovvero proprio il principio che finora ha penalizzato le regioni più deboli. Ma c’è di più. I Lep verranno cristallizzati in un Dpcm e questo comporta problematiche giuridiche perché diventa difficile una eventuale variazione se non attraverso una decisione del Consiglio dei Ministri.
Quanto basta per contestare questa bozza Calderoli come è stato ribadito con vigore sia dal presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Vibo e Crotone, Pietro Falbo, sia dal vicepresidente della Confapi, Vincenzo Serra, che hanno offerto il punto di vista delle imprese rispetto l’autonomia differenziata. È toccato poi al giornalista de “Il Mattino”, Marco Esposito, autore di diverse inchieste e libri sulla sperequazione nella distribuzione delle risorse statali a danno del Meridione. Il cronista ha detto che dell’individuazione dei Lep non ci si può fidare. D’altronde anche in sanità vengono fissati i Lea (livelli essenziali dell’assistenza), eppure in regioni come la Calabria il valore è di molto sotto la media nazionale.
Il problema vero è che di queste questioni la politica se ne occupa sempre meno. Lo dice con vigore Orlandino Greco, leader di Idm, che promette barricate sul tema da contrapporre al silenzio della classe dirigente meridionale. Un silenzio indotto da questo meccanismo elettorale, spiega Greco, che porta la classe dirigente locale a stazionare dalle parti di Roma preoccupata solo di spuntare una candidatura in posizione utile alle prossime elezioni. Per questo Idm non solo sta continuando a strutturarsi in varie regioni del Mezzogiorno, ma sta stringendo anche alleanze con movimenti simili per lanciare una vigorosa iniziativa politica contro questa riforma.