“Ho depositato una interrogazione che chiede ai Ministri competenti quali iniziative urgenti intendano assumere affinché la sede dell'Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni (Icar-Cnr) sita in Cosenza (Rende) non venga trasferita in modo inefficace, inefficiente e antieconomico nella città di Napoli”.

 

Cosi’ il Deputato Sebastiano Barbanti sintetizza la vicenda che chiama in causa direttamente la precedente Presidenza dell’ente di ricerca scientifica, rea di aver perseguito la possibilità di trasferire la sede principale dell’istituto del CNR in quel di Napoli, anziché sfruttare i fondi disponibili per la costruzione delle sedi del CNR nel campus di Arcavacata (Comune di Rende), in cui anche l’ICAR verrebbe trasferito, creando numerosi posti di lavoro specializzati (si parla di circa 30 unità) come previsto da un’apposita convenzione sottoscritta dal CNR e dalla regione Calabria.


Operazione immobiliare di circa 2,8 milioni, che fra l’altro, era fatta a titolo oneroso per il CNR mentre la struttura calabrese si avvale di fondi EU, ma che vorrebbe essere giustificata con la necessità di facilitare lacollaborazione con altri istituti d'informatica i quali, però, non hanno sede a Napoli bensì a Pisa.

 

“Viste le potenzialità oggettive della struttura non e’ plausibile uno smembramento del Cnr – continua Barbanti - anche se questa questa opinione non sembraessere condivisa dai vari direttori di dipartimento, le quali visioni del futuro del Cnr sono distanti tra loro ed in alcuni casi è come se si parlasse di enti diversi.


Auspico che i Ministeri competenti – conclude Barbanti – essendo il Cnr inserito nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, si adoperino affinchè vengano completate le opere dipotenziamento previste dal protocollo d’intesa con la Regione Calabria stipulato il 2 luglio 2010 a Roma in seguito all'approvazione della delibera n. 450 del 2 giugno 2010, che libererebbe risorse da destinare ad un potenziamento del personale del CNR stesso, attivo nella regione Calabria, in una misura di circa 30 unità come previsto nel protocollo di intesa integrativo del 10 febbraio 2011 tra lo stesso CNR e la regione Calabria”.