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«Una cabina di regia con la porta sbarrata a doppia mandata. Un dialogo impossibile a causa della completa chiusura degli interlocutori. Pd e Regione Calabria ormai arroccati in una posizione leaderista, distante anni luce da una visione democratica della politica». Con queste parole chiave i cosiddetti “ricostituenti” suonano la carica da Lamezia Terme e si strutturano in un movimento che vuol dar voce ai democratici delusi e a quanti paventano un imminente ritorno della destra alla guida della Regione.
Agazio Loiero, l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, l’ex sottosegretario Sandro Principe, il consigliere regionale Carletto Guccione, l’ex consigliere regionale Mario Franchino, l’ex parlamentare Cesare Marini, il presidente dell’assemblea regionale del Pd Peppino Vallone guidano la “rivolta”. Nel mirino il governatore Mario Oliverio e il segretario Ernesto Magorno, ma l’intento dichiarato non è la guerra bensì un’operazione dall’interno che vuol «far ritornare il Pd - assicurano - la vera casa dei democratici calabresi».
Un partito più "democratico"
Un partito più collegiale, più inclusivo e più autonomo rispetto alla giunta regionale. È questo, in altre parole, quanto chiede il gruppo riunitosi in una partecipata assemblea dal titolo “Democratici, così non va”. A spiegare le finalità dell’iniziativa proprio l’ex presidente della giunta regionale ed ex ministro Agazio Loiero. «C'è un grande malessere - ha detto -, una vera e propria cappa sulla Calabria. Mentre il presidente della Regione Oliverio presiedeva il “Cantiere Calabria”, Eurostat rendeva noti i dati sulla disoccupazione, che in Calabria è una delle più alte in Europa. Noi non vogliamo riconsegnare la Regione al centrodestra ma è necessario aprire un confronto profondo nel Pd. Se non c'è ascolto e permane l'attuale rigidità - ha concluso Loiero - può succedere di tutto».
Il consigliere regionale Carlo Guccione, a sua volta, ha rimarcato come «negli ultimi tre anni il Pd ha perso le elezioni nelle maggiori città calabresi, mentre tutti gli indicatori economici dicono che la Calabria non è riuscita ad agganciare in questi anni la ripresa. Il Pd - ha proseguito - deve interrogarsi su questo e non mettere più la polvere sotto il tappeto, ma deve diventare comunità realizzando un vero cambiamento e una vera discontinuità. Perché la realtà è che il Pd è nato in Italia dieci anni fa ma in Calabria francamente non è ancora nato».
Stefano Mandarano