Ospiti della puntata di ieri sera del talk condotto da Pasquale Motta sono stati Gianluca Bellacoscia, Franco Cimino, Antonio Minniti e Filippo Pietropaolo
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Ce la faranno Tonino Russo e soprattutto la sua “Amici del Porto”, vale a dire l’associazione da lui presieduta con una denominazione molto evocativa che è anche un chiaro riferimento alle tante persone fisiche al pari di Russo accomunate dall’interesse di veder realizzata prima o poi l’infrastruttura del quartiere marinaro di Catanzaro, a essere esauditi nel loro sogno? Chissà.
Perché è vero che i sogni son desideri. Ma tanto gli uni, quanto gli altri, nel caso di specie sono difficilissimi dall’essere soddisfatti non dipendendo dalla volontà di un cittadino e neppure di un gruppo più o meno ampio. Bensì della politica come i citati amici di cui sopra, per così dire, hanno messo in rilievo, abbastanza risentiti, ai microfoni di Pasquale Motta. Conduttore di Pubblica Piazza, una volta tanto in… trasferta. O meglio, fuori dagli studi del talk da lui condotta su LaC per “toccare con mano” il porto che non c’è malgrado le mille rassicurazioni dell’amministrazione comunale negli ultimi lustri. Ma niente da fare, ci vuole ancora tempo, sebbene ormai scarseggi oltretutto all’immediata vigilia di una stagione estiva per cui sarebbero indispensabili almeno i pontili, spasmodicamente attesi dai diportisti del capoluogo e non solo.
Basti pensare alle frasi pronunciate da più di uno degli intervistati di Motta, che hanno spiegato: «Servono oltre 40 giorni per montare i pontili. Senza scordarsi di altre cose utilissime che servono, quindi se non ci si dà una mossa Lido affronterà un’altra estate con dei pesanti gap».
L’ennesimo sasso, insomma, è stato gettato nello stagno di una questione annosa che rappresenta uno dei Talloni dì Achille di Catanzaro. Che però, come ormai sanno pure le pietre della pavimentazione di corso Mazzini, il 12 giugno vivrà peraltro un appuntamento importantissimo con i suoi residenti chiamati al rinnovo del governo locale. Il “piatto forte” della citata trasmissione de LaC.
Che ha comunque vissuto anche un breve prologo incentrato sui quesiti referendari con un piccola spazio riservato al sì o al no, tanto per semplificare la faccenda, da pronunciare tra l’altro lo stesso giorno delle Comunali su argomenti delicatissimi quali, ad esempio, la riforma della Giustizia. A ragionarci su: Gianluca Bellacoscia (della coalizione dell’aspirante sindaco Antonello Talerico), Franco Cimino (pro Nicola Fiorita), Antonio Menniti (a sostegno di Valerio Donato) e l’assessore regionale esterno di Fratelli d’Italia Filippo Pietropaolo (per Wanda Ferro).
Tanta la carne al fuoco messa da Motta fra cui il giudizio degli intervenuti sulla vasta eco suscitata della roboante dichiarazione di martedì scorso alla convention di Fdi per presentare la candidatura di Ferro del primo cittadino uscente Sergio Abramo. Il quale ha di fatto dato degli ignoranti, ossia incapaci di intervenire in Aula durante le civiche assisi per mancanza di adeguata conoscenza della lingua italiana, addirittura ai tre-quarti (mica a qualcuno e basta) dei consiglieri comunali.
Concetto che in parole povere si traduce nel’inadeguatezza di chi ha ricoperto il ruolo di amministratore locale in cima ai Tre Colli con un’estensione dell’Abramo-pensiero alla maggior parte dell’esercito di nuovi candidati. Una stroncatura che ognuno dei protagonisti della puntata ha tentato di attagliare perfettamente allo schieramento rivale, a eccezione di Pietropaolo il quale ha sostanzialmente evitato di entrare nel vivo della specifica discussione.