Si apre una fase politica che si annuncia molto tormentata per il Pd calabrese. Dopo la brutta sconfitta alle regionali e la lacerazione provocata dal siluramento del governatore uscente Mario Oliverio, è scoppiata in maniera inaspettata la grana legata alle dimissioni di Pippo Callipo. Il capo delle opposizioni a palazzo Campanella, il prescelto dal commissario Stefano Graziano e dal segretario nazionale Nicola Zingaretti per essere il candidato del cambiamento, dopo neanche sei mesi ha annunciato la volontà di gettare la spugna scoraggiato dalle beghe di palazzo e dalle lotte per le poltrone.

Al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale ci sono proprio le sue dimissioni e l’orientamento del Pd sarebbe quello di votare contro e spingere Callipo ad un ripensamento. La linea, in realtà, non è così univoca considerando che Luigi Tassone ha ammonito sul rischio di indebolire ancora di più la linea democrat inseguendo ancora Callipo. Tassone, con la regia occulta di Bruno Censore, ha poi già chiesto un congresso regionale per fare in modo che il Pd possa uscire dal commissariamento.

Torna in pista Oliverio

A gettare poi altra benzina sul fuoco ci ha pensato proprio Mario Oliverio che per il 16 luglio ha annunciato dalla propria pagina facebook una conferenza stampa che si svolgerà in modalità webinar sul tema “Sud d’Europa”. Probabilmente un modo per marcare la propria posizione politica proprio in vista di una possibile stagione congressuale.

Le partite di Reggio e Crotone

Naturalmente, però, si dovranno aspettare gli appuntamenti elettorali di Reggio e Crotone per potere mettere in calendario un percorso congressuale. Ed entrambe le sfide non appaiono per nulla semplici. A Reggio Calabria l’uscente Giuseppe Falcomatà si trova con il consenso ai minimi termini e la sua rielezione è tutt’altro che scontata. Anche a Reggio poi il partito è commissariato da lungo tempo e retto da Giovanni Puccio che non si vede in città da parecchi mesi.

 

A Crotone dove Stefano Graziano si trova proprio in questo weekend, invece, si rischia una spaccatura del partito tra la corrente favorevole all’accordo con gli Sculco e la fazione opposta. Gli effetti delle tensioni si sono già registrati a palazzo Campanella dove Flora Sculco si è smarcata dalle disposizioni del centrosinistra sulle Commissioni ed è rimasta vicepresidente della Commissione Bilancio facendo salva l’elezione arrivata con i voti del centrodestra.