L’impasse in cui si trova lo schieramento di centrodestra è più grave del previsto. Lo scontro tra Lega e Forza Italia sembra difficilmente sanabile e anche i candidati di superamento, fin qui ipotizzati, sembrano essere caduti. Sul nome di Caterina Chiaravalloti, ad esempio, si è scatenato il fuoco di fila di Jole Santelli e dei suoi che rispondono al veto di Matteo Salvini su Mario Occhiuto. Il risultato finale è che il presidente del Tribunale di Latina è pronta al passo indietro, nonostante l’alta sponsorizzazione di Gianni Letta.

Sul tavolo di Silvio Berlusconi si trovano così delle carte assai complicate da gestire: a Fi spetta l’indicazione del candidato governatore e il coordinamento regionale insiste sul sindaco di Cosenza facendo forza sull’unanimità dell’indicazione da parte del coordinamento e del partito calabrese. Il Cavaliere, dunque, da sempre in ottimi rapporto con la coordinatrice regionale tentenna a dare spazio a Salvini, anche per evitare una clamorosa rottura sul territorio. Con il partito ormai al 5% ulteriori scissioni faciliterebbero soltanto il processo di implosione azzurra, facilitando l’azione di Matteo Renzi che aspetta l’arrivo di eventuali transfughi.

 

Per provare a uscire dall’angolo, dalla Calabria i dissidenti azzurri, tanti sui vari territori, stanno provando a far arrivare al tavolo delle decisioni, anche per il tramite di Denis Verdini, un report che ricostruisca il vero stato dell’arte. Il gruppo legato ai fratelli Gentile a Cosenza, con i gli ulteriori dissidente legati all’ex consigliere regionale Gianpaolo Chiappetta, gli uomini vicini a Salvatore Pacenza a Crotone, a Piero Aiello, Nazzareno Salerno e Sergio Abramo a Catanzaro, ad Alfonsino Grillo a Vibo e a Nino Foti a Reggio Calabria sta recapitando in queste ore il seguente messaggio: il coordinamento regionale ha perso il contatto con la base e non rappresenta se non che un parte minoritaria del partito.

 

E per dimostrarlo il riferimento sarà a tutti i nomi, ben sette consiglieri regionali, sindaci e amministratori, ultimi quelli di Locri, che hanno abbandonato il partito dirottandosi verso gli alleati.

Per i dissidenti il candidato adatto, il sindaco che Salvini cerca, è proprio il primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo che potrebbe giovarsi del concreto supporto di un’area vasta in grado di surclassare a consenso l’attuale coordinamento.

Il sentiero lungo cui passare, però, appare stretto e accidentato. Berlusconi sa che Santelli e Occhiuto non tornerebbero indietro e con l’indicazione di Abramo si chiamerebbero fuori dal partito, affrontando in autonomia le regionali per poi guardarsi intorno. E con i fermenti in atto, anche nelle altre Regioni del Sud, le possibilità di far evaporare definitivamente la sua creatura politica sono sempre più elevate. Per questo, nonostante ormai manchi pochissimo al termine per la presentazione delle liste, il centrodestra continua ad essere senza candidato governatore. Né la debole ipotesi legata a Gianluca Callipo, indigeribile per la Lega dopo il cambio di casacca dal Pd, pare idonea a dirimere la matassa.

 

Riccardo Tripepi