Dai consiglieri regionali dell’Udc, Giuseppe Graziano e Nicola Paris, riceviamo e pubblichiamo:

«Non sappiamo se e quali pezzi ad oggi possa perdere la Maggioranza di Centro Destra in Consiglio regionale. Sicuramente non perde i “due pezzi” dell’UDC che rimangono in modo stabile, integro, integerrimo rispetto al mandato elettorale all’interno della forza di Governo a sostegno della giunta e del presidente Jole Santelli. Di quello che accade all’interno di altre forze politiche, come la Casa delle Libertà, non ne abbiamo contezza né ci riguarda. Certo non è per nulla condivisibile l’analisi del voto per la presidenza del Consiglio regionale fatta dal direttore de LaC, Pasquale Motta nel WhatsApp dal titolo “Tallini presidente, la Maggioranza perde pezzi”. Quantomeno non risulta a vero che i Consiglieri regionali dell’Unione di Centro abbiano votato in modo diverso dal resto della Maggioranza. E questo per due motivi. Il primo: siamo uomini moralmente integri; e la decisione di confluire sulla figura di Mimmo Tallini l’avevamo condivisa nel corso della riunione di Maggioranza tenutasi nel giorno precedente alla seduta Assembleare. Il secondo: la nostra condotta politica è stata, è e rimarrà trasparente, cristallina e soprattutto visibile. Del resto, così come siamo stati “visibili” nell’esternare l’acceso confronto consumatosi all’interno del partito nella fase di composizione della Giunta, stessa cosa avremmo fatto nel caso di un’elezione della Presidenza del Consiglio non condivisa. E questo avvalora ancora di più il fatto che si tratta di una notizia priva di ogni fondamento».

 

Risponde il direttore Pasquale Motta

Prendiamo atto della precisazione dell’on. Giuseppe Graziano e dell’on. Nicola Paris. La nostra presunta errata valutazione ha comunque consentito ai consiglieri dell’Udc, proprio attraverso questa precisazione, di rendere edotti i calabresi della loro lealtà verso Tallini, la Santelli e la maggioranza del centrodestra. Considerato le diverse prese di posizione non propriamente amichevoli dei giorni scorsi non era affatto scontato. D’altronde le smentite in politica fanno parte del gioco delle parti e, spesso, sono funzionali a messaggi incrociati, alcuni in chiaro altri in scuro. Inoltre le smentite servono per sancire o enunciare i comportamenti immacolati delle azioni politiche. O meglio, tentare di far credere questo. Sicuramente non è il caso degli onorevoli Graziano e Paris, ma “la coscienza dell’uomo politico è simile alla tela dello schermo cinematografico, sempre bianca e immacolata, anche se sono stati proiettati molti orrori”, sosteneva Butulescu. E, dunque, ben venga la smentita. E d’altronde, pochi giorni fa, dopo un pezzo del nostro Riccardo Tripepi in cui lasciava intendere che l’ex presidente del consiglio avrebbe offerto soccorso rosso all’on. Mimmo Tallini, una smentita è arrivata anche sul fronte dell’on. Nicola Irto. Abbiamo preso atto anche di quella. A questo punto, dopo la smentita rossa di Irto e la smentita scudocrociata di Graziano e Paris, rimane solo un dubbio (matematico) difficilmente risolvibile.

La maggioranza del centrodestra, infatti, è composta da 20 consiglieri regionali compreso la Presidente, considerato la défaillance dei consiglieri della CdL che hanno votato Esposito, Tallini, a rigore di logica avrebbe dovuto registrare 18 voti, e invece ne ha preso 20.  La minoranza sulla carta disponeva di 11 voti, invece, le schede bianche sono state 6: mancano all’appello 5 voti. E proprio su quei 5 voti si potrebbe disquisire a lungo. Ma noi rinunciamo alla disquisizione. Ultima considerazione. Noi abbiamo fatto la nostra analisi con la quale si può essere d’accordo o meno, su di una cosa però possiamo tranquillizzare l’on. Giuseppe Graziano: le nostre analisi non hanno suggeritori. Siamo modesti cronisti di strada, ma la politica la sappiamo leggere bene e la parte la conosciamo a memoria.