L'inquilino del Quirinale non trasloca più. I grandi elettori hanno decretato la sua rielezione per uscire dall'impasse. Una scelta che toglie le castagne dal fuoco ai partiti che non sono riuscisti a trovare una soluzione condivisa (ASCOLTA L'AUDIO)
Ecco chi è Sergio Mattarella, il “presidente mite” capace di mostrare i muscoli quando serve
Mattarella bis, Occhiuto: «È crisi dei partiti, presidenti di Regione punto di riferimento»
I cittadini promuovono Mattarella e bocciano la politica: le reazioni in piazza Montecitorio
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
È Sergio Mattarella il XIII Presidente della Repubblica Italiana. Il Parlamento riunito in seduta comune dopo cinque giorni di estenuanti trattative ha trovato la convergenza sul nome del politico palermitano, che è stato rieletto con 759 voti, il secondo più votato della storia della Repubblica dopo Sandro Pertini.
Mattarella succede dunque a se stesso, togliendo le castagne dal fuoco ai partiti che solo all’ottava votazione - che ha registrato voti anche per Tremonti, Nordio, Berlusconi, Pera, Di Matteo, Draghi, Conte, Di Nicola, Casini ed altri nomi improbabili – hanno deciso di tornare sui propri passi facendo prevalere la scelta che fino a qualche settimana fa era impensabile. Almeno per una larga fetta di partiti e parlamentari.
Ora a Mattarella toccherà presiedere i prossimi sette anni di mandato ricchi di sfide – il Pnrr e il superamento della pandemia su tutti – tenendo ben presente la frantumazione del sistema partitico italiano. In tal senso sarà suo compito vigilare sulla tenuta del governo a guida Mario Draghi, dietro il quale si sono nascosti alcuni partiti per giustificare le proprie decisioni.
LEGGI ANCHE:
LA GIORNATA IN TEMPO REALE
Sul Quirinale si consuma il disastro dei partiti, la crisi delle leadership e la fine delle coalizioni
I cittadini promuovono Mattarella e bocciano la politica: le reazioni in piazza Montecitorio
Ecco chi è Sergio Mattarella, il “presidente mite” capace di mostrare i muscoli quando serve
Mattarella bis, Occhiuto: «È crisi dei partiti, presidenti di Regione punto di riferimento»