La parlamentare catanzarese che aveva votato contro la risoluzione del governo a favore degli ucraini, è tra quelli (pochi) che vorrebbero sentire anche il leader russo a Camere riunite
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Sta facendo discutere la proposta del deputato grillino Nicola Grimaldi, che auspica che oltre al presidente ucraino Volodymir Zelensky venga “audito” alla Camera, in videoconferenza, anche il presidente russo Vladimir Putin.
L’appuntamento con il leader ucraino è fissato in videoconferenza, a Camere unite, per il prossimo 22 marzo. Un appuntamento importante che segue quelli già consumati collegandosi con Washington e prima con Londra, con il Bundestag a Berlino e con l'europarlamento di Bruxelles. Ma in Italia, le cose non sembrano così logiche come apparso al resto del mondo e più umilmente a questa testata giornalistica. Le polemiche degli scorsi giorni sul rifiorire di posizioni filorusse all’interno del Parlamento sono dunque destinate a continuare nel segno dei pentastellati e non.
Granato sempre controcorrente
Non è un caso d’altra parte che sulla barricata pro-Putin si pone anche la senatrice calabrese Laura Bianca Granato (Alternativa) già distintasi ai primi di marzo per essere stata tra i 13 contrari della risoluzione bipartisan che propone di “esigere da Mosca il ritiro militare” e dà il via libera alla “cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione”.
La senatrice non è nuova a questo tipo di battaglie, anche in solitaria. Eletta tra le fila dei 5 Stelle, la Granato è approdata al gruppo di Alternativa a causa delle insanabili fratture con il Movimento. Celebre rimane la sua strenua opposizione alle restrizioni imposte dal Covid, compreso il green pass, che le è valsa l’interdizione per dieci giorni dai lavori del Senato.
Battaglia che continua ancora oggi, pubblicando post, slogan e anatemi contro chi sostiene la campagna vaccinale e avalla la politica prudente del Governo. Singolare, poi, appare uno dei più recenti post sui suoi canali social in cui pubblica a caratteri cubitali una frase eloquente: «La resistenza non è una scelta, ma un obbligo della coscienza». Frase che la parlamentare calabrese non sembra voler accostare alle vicende belliche in atto, riconoscendo così agli ucraini il diritto di fare resistenza all’invasore russo.
«Si rischia il conflitto mondiale e tutta la maggioranza non ha esitato ad aderire alla proposta del Governo. Tra gli obiettivi strategici che potrebbero essere colpiti ci sono ovviamente le basi Nato in Italia». Così rispose per motivare il suo voto contrario alla risoluzione governativa sul conflitto russo ucraino. Oggi invece il coerente (e personalissimo) sèguito rispetto a questa posizione, che oggi vorrebbe l’audizione anche del leader russo.
Intanto, ci si chiede se si tratti di una richiesta legittima. «Sì, penso si debbano ascoltare le due campane», ha risposto all’Adnkronos. Quando martedì il Parlamento si riunirà in seduta comune per ascoltare Zelensky lei però non sarà presente. E non certo perché contraria al green pass: «Lo seguirò da remoto. Tanto non si può intervenire...». Allora perché ospitare anche un intervento di Putin, considerato che è la Russia ad aver invaso l'Ucraina? «Perché il torto e la ragione non stanno mai da una parte sola – ha argomentato la Granato - e non si possono dividere con un taglio netto. Bisogna essere imparziali». E a chi gli fa notare che il presidente americano Biden ha definito Putin un "dittatore omicida", lei risponde in maniera laconica: «Il più conosce il meno. Meglio che Biden stia zitto...».