Comizio del sindaco uscente, ricandidato per un nuovo mandato, a tratti deflagrante contro «i pezzi di potere regionali e cosentini che vogliono affossare la città e che promettono tac, visite e soldi alla sanità privata»
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The day after. Il comizio di Flavio Stasi di ieri sera, tenutosi nella stessa piazza in cui il giorno prima si sono presentati Pasqualina Straface e Roberto Occhiuto, è sembrato un po’ una bomba, come la storia narrata nel celebre film del 1983.
Il ricandidato sindaco è stato a tratti esplosivo, durissimo, nel replicare alle accuse mosse dalla coalizione avversaria, soprattutto all’indirizzo di una «Regione che ha sempre tenuto sotto scacco la nostra città», ha detto in una gremita piazza Bernardino Le Fosse.
Stasi ha condannato il «sistema delle mmasciate, dei diritti scambiati per favori, delle tac e delle visite mediche promesse con l’aggancio dell’amico» ma anche sciorinato milioni e milioni di euro intercettati nei cinque anni e «messi a terra».
L’ormai ex enfant prodige della politica calabrese – perché ormai lo conoscono tutti – ha puntato soprattutto Occhiuto, ma anche la sua concorrente, invitandola a dimettersi dal consiglio regionale per approdare a quello comunale.
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«Osservare questa piazza piena – ha esordito il primo cittadino – vuol dire che i nostri sacrifici in questi cinque anni sono stati compresi. In questo lustro abbiamo voluto raccontare al resto della Calabria e del Paese la vera Corigliano Rossano libera, della gente che lavora, che creda in questa terra e di chi, all’inizio di questa storia ha creduto in un ragazzo di 35 anni che non aveva, e non ha, nessun paracadute, nessun burattinaio e nessun manovratore alle spalle. In cinque anni abbiamo raccontato di una città che ha avuto il coraggio di abbattere ecomostri, che ha sgomberato occupazioni abusive con la complicità delle classi politiche precedenti. Abbiamo osato presentarci a Roma, senza nessuna raccomandazione, nessun aggancio, per realizzare alcuni tra i progetti migliori d’Italia, cose che non piacciono ad un pezzo di potere di questa regione».
«Tengo gli amici in Regione»
Stasi ha riavvolto il nastro della sera prima. «Esattamente come cinque anni fa parlano di filiera istituzionale, ovvero “tengo gli amici alla Regione”, “c’ho i compagni di partito”», chiedendo alla gente, retoricamente, se sia così che «si misura una classe dirigente».
«Così – ha ribattuto – si misura la loro (il centrodestra, ndr) incompetenza grazie alla quale, proprio per via di quella filiera istituzionale di cui tanto si vantano, ci hanno “regalato” la chiusura di 18 ospedali, del tribunale, gli scioglimenti dei consigli comunali. Noi non abbiamo avuto necessità di alcun aggancio per intercettare oltre 100 milioni, che si traducono in lavoro ed economia per la nostra città, e tutto questo solo attraverso il sacrificio e la competenza. Questa è la filiera di cui abbiamo bisogno, quella del lavoro, del coraggio, della coerenza, dell’autonomia del territorio».
«Qualcuno (il presidente della Regione, ndr), al posto di pensare alle sue competenze dice che non gli piacciono i “mister no”, perché preferiscono i “signor sì”, perché in questa città hanno avuto sempre degli yes-man e vorrebbero continuare. Mister no (così era stato ribattezzato Stasi dal governatore, ndr), invece, non gli ha approvato una porcheria di progetto della statale 106 che prevedeva tra Schiavonea e lo scalo di Corigliano, tra lo scalo di Rossano e Sant’Angelo, rilevati che avrebbero devastato la città. A conferma di ciò che dico ci sono le lettere della giunta regionale che ha chiesto ad Anas di realizzare quegli interventi, ma c’è stato il sindaco di Corigliano Rossano che ha detto “no”. Questa città si è scocciata di ricevere l’elemosina, merita un progetto vero e così siamo passati da un progetto da 350 milioni a un miliardo».
«La Sorical, il più grande disastro mai prodotto dalla pubblica amministrazione»
Il sindaco ha ricordato di aver tante volte chiesto «di poter gestire i fondi per il dissesto idrogeologico, dell’agenda urbana, dell’ingegnerizzazione delle reti idriche perché i fondi ed i finanziamenti che abbiamo intercettato ed i finanziamenti li stiamo mettendo a terra». Poi ha menzionato progetti di rigenerazione urbana, ma ha anche chiesto conto dei «quattro milioni per il dissesto idrogeologico, bloccati per anni e destinati al rifacimento dell’argine destro del Crati. Per cinque anni ci hanno risposto – ha rivelato – che avrebbero curato loro un intervento che si sarebbe dovuto concludere nel 2021: siamo nel 2024 e quei lavori non sono nemmeno iniziati». È così per altri 7 milioni di euro dedicati all’ingegnerizzazione della rete idrica. «E sapete dove soffre la nostra rete? – chiede alla piazza –. Lì dove si collega alle reti Sorical, la società regionale delle acque, il più grande disastro che la pubblica amministrazione regionale abbia prodotto. Nel frattempo con fondi comunali e finanziamenti abbiamo realizzato altri 15 impianti idrici, una nuova adduttrice e ancora c’è tanto da lavorare, e di certo non abbiamo speranza se non nella nostra competenza e nel nostro lavoro».
Il ricandidato primo cittadino ha riferito, ancora, di altri «4 milioni bloccati in Regione per le nostre attività nei centri storici» e di «pane che hanno tolto alle nostre attività», mentre «noi abbiamo intercettato per Rossano e Corigliano Alta, per merito, 46 milioni tra fondi Pnrr e risorse europee».
«Regione e Cosenza temono Corigliano Rossano»
Quindi, l’inno all’autonomia – soprattutto – di scelta e di gestione della cosa pubblica. «Se oggi sono tutti schierati contro questa amministrazione, tutti i centri di potere regionale e cosentini, è perché non temono me, hanno paura di Corigliano Rossano, perché se governata con autonomia dà fastidio. Noi vogliamo contribuire a farla crescere in libertà, così come abbiamo fatto in questi anni, relazionandoci non con la filiera dell’aggancio, degli amichetti di partito che possono pure tenersi, ma sulla base della legalità. Abbiamo riqualificato scuole e palestre, siamo intervenuti nel welfare, abbiamo pagato oltre 50 milioni di euro di debiti che ci sono stati lasciati in eredità dall’incompetenza delle vecchie amministrazioni, di cui 15 per mancati pagamenti dei canoni sui rifiuti alla Regione. E si permettono pure il lusso di criticare i bilanci. Abbiamo dovuto fare causa alla Regione per tornare in possesso dei nostri boschi perché non volevano restituirceli. Tutto quello che abbiamo fatto – è andato avanti Flavio Stasi – lo abbiamo realizzato senza agganci, senza mmasciate, solo con la competenza. Per la prima volta in questa città abbiamo assunto decine di persone tramite il centro per l’impiego. Abbiamo svolto concorsi con docenti universitari, con commissioni esterne lontane da qui che hanno valorizzato il merito perché non vogliamo raccomandati al Comune, ma gente che lavora».
«Occhiuto stia sereno, la Regione non mi interessa»
«Occhiuto stia sereno – ha tuonato ad un certo punto – perché alla mia gente sto chiedendo il voto per fare il sindaco di Corigliano Rossano e lo farò per i prossimi cinque anni, non abbandonerò la mia città tra due anni e mezzo (per candidarsi a guidare l’amministrazione regionale, ndr). La smettano di dire fesserie. Piuttosto, qualcuno (si è rivolto a Pasqualina Straface, ndr) dovrebbe dirci se sia disposto a dimettersi da consigliere regionale quando perderà le elezioni, o forse fanno comodo i soldi del Consiglio regionale. Siamo tutti bravi a candidarci a sindaco per poi tornare in Consiglio regionale a guadagnare 10mila euro al mese. Venga a fare il consigliere comunale se ha il coraggio, l’aspettiamo in Consiglio».
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«Il sistema delle mmasciate e della sanità privata»
Stasi ha riferito, ancora, di aver «creato uno degli uffici Europa più importanti, assumendo esperti» e di averlo fatto «senza mmasciate. L’unica cosa che si riesce a fare (dall’altra parte, ndr) è promettere delle tac, visite attraverso canali preferenziali, spacciare favori per diritti».
A proposito di sanità, rivolgendosi sempre ad Occhiuto, ma nelle sue vesti di commissario ad acta, Stasi lo ha invitato «a visitare l’ospedale e non a fare comizi, così verificherà come lo ha ridotto. E la smettesse con la barzelletta delle responsabilità altrui come se fosse presidente da due mesi, mentre devasta la Regione con l’incompetenza dal 2021. L’unico regalo che ci ha fatto sono i 3 milioni di euro donati alla sanità privata».
«…e quello del lavoro e della competenza»
Flavio Stasi ha concluso evidenziato il suo modo di fare politica: «Da una parte c’è la mmasciata, la tac, le visite, il piacere, l’amico alla Regione, la telefonata al dipartimento per chiedere di pulire un fiume; dall’altra una città libera, autonoma, che lavora, che aspira al modello della fatica, della coerenza, dell’onestà. La nostra città – ha chiosato tra la standing ovation della piazza – merita di crescere e non di essere schiacciata sotto i sistemi di potere di questa Regione».