Rimane aperto anche in Calabria il dibattito sull’obbligo del green pass per i lavoratori e l’ex ministra Elsa Fornero, ieri ospite a Palmi del Festival nazionale della letteratura e del diritto, difende il governo e illustra la base giuridica che giustifica la misura. «Non capisco perché i lavoratori che manifestano denuncino la privazione di una libertà – sostiene l’economista torinese – visto che l’occupazione in mille altri casi è sottoposta a degli obblighi e nessuno se ne lamenta. Ai lavoratori, ad esempio, sono richieste talune attestazioni per migliorare la sicurezza sul lavoro, ma nessuno si sogna di dire che ciò leda la loro libertà».

L’ex responsabile del Lavoro sostiene che «l’obbligo risponde alla necessità di uscire dalla pandemia e bene fa il governo a tenere il punto, senza indietreggiare». Fornero quindi risponde implicitamente a chi manifesta, nelle stesse ore in cui il bilancio delle manifestazioni in Calabria registra due sole significative dimostrazioni – a Cosenza e Gioia Tauro – in un quadro che non ha creato contraccolpi sull’organizzazione quotidiana dell’economia. «È vero – risponde Fornero – forse sarebbe stato preferibile introdurre direttamente l’obbligo vaccinale per i lavoratori, ma il governo ha ritenuto che vi fossero molti problemi di applicazione, e io mi fido del governo. Ha scelto una forma che è vicina a questo obbligo,ma non è un obbligo vaccinale stringente».

La docente, che quando era ministro del governo Monti, venne attaccata pesantemente per una riforma pensionistica che oggi viene rivalutata – spesso nel mirino di Matteo Salvini – proprio al segretario leghista dedica “un pensiero”. «Ho visto che fa appello a Draghi perché sia pacificatore in questa fase – conclude – mi auguro che quello di Salvini sia un reale pentimento, e ne sarei felice, per ora noto una grande incoerenza: speriamo che sia indotto a essere più saggio».