Il capogruppo in Consiglio regionale della “Oliverio presidente” Orlandino Greco plaude al progetto politico annunciato dal governatore. Quella grande coalizione che dovrebbe rompere gli schemi degli schieramenti politici tradizionali e mettere gli interessi della Calabria prima di tutto.

 

Alla guida di questa coalizione Oliverio spera di poter vincere nuovamente le regionali. E che la sua idea continui a maturare lo si è visto anche in occasione del vertice promosso a Napoli da Vincenzo De Luca con i presidenti delle Regioni meridionali. I governatori hanno chiesto all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte politiche per il Sud e per il lavoro. Nelle immagini che li ritraggono insieme c’è l’intero arco costituzionale: con il Pd di Oliverio e la Forza Italia di Nello Musumeci che scoprono di poter camminare a braccetto per non soccombere.

 

«Sono molto contento di come sia andato l’incontro di Napoli – dice Orlandino Greco - Si sta avverando quello che avevo proposto nel 2012 da vice segretario nazionale di Mpa chiedendo la formazione di un coordinamento politico di tutti i governatori del Meridione non per contrapporsi alla Padania, ma per risvegliare uno spirito, l’orgoglio di appartenenza a un territorio e mirare a costruire un’alternativa politica e, quindi, una sorta di riposizionamento. Finita la fase delle ideologie, l’unica possibilità è il territorio. Per questo ho fondato un movimento “Italia del Meridione” che è già presente oltre che in Calabria, anche in Puglia, in Sicilia e in Basilicata. Già nel 2015 mandai una lettera ai governatori per chiedere di avviare questo percorso e registro positivamente non solo quanto sostenuto da Oliverio, ma anche le parole di Musumeci».

 

Può definirsi una svolta civica quella in atto?

«Non siamo un movimento civico, ma politico. Non espressione della società civile, ma espressione della volontà politica di riscoprire orgoglio e appartenenza ai territori».

 

Sostegno pieno ad Oliverio dunque…

«Noi ci siamo e ritengo che l’unico successore di Oliverio è proprio Oliverio e noi ci saremo in questa aggregazione che non è solo esaltazione del civismo, ma esaltazione dei territori così come vuole chi oggi considera che la logica dei partiti centralisti è finita. Siamo fuori d da uno schema ideologico, ma all’interno di uno schema ideale a difesa della Calabria».

 

Esistono confini per un progetto del genere?

«Confine è una parola abbastanza grossa. Dobbiamo capire e, anche questo governo lo dimostra, che la logica chiusa dello schema ideologico è finito. Lega e M5S sono partiti sovranisti e governano insieme, ma erano contrapposti. Non vedo un limite se pensiamo che le classi sociali che rappresentavano i partiti politici in precedenza non esistono più. E quindi noi auspichiamo di mettere dentro chi proviene da destra o sinistra in una logica non di superamento, ma di completa inosservanza delle precedenti contrapposizioni. E’ cambiata la prospettiva e oggi si deve ragionare in termini di vocazione del territorio. Oliverio se riesce a coinvolgere i territori, e cioè amministratori, sindaci sindacati e imprenditori, può fare un’aggregazione molto, molto ampia e può tornare a fare il governatore della Calabria».

 

Un passaggio che segna la fine del Pd?

«Non credo che questo sia legato a una volontà di Oliverio. La fine del Pd è stata già segnata. Anzi il Pd non è mai nato. È solo una presa d’atto di una volontà già espressa e di una totale insignificanza politica di un partito inesistente».

 

Il nuovo percorso intrapreso potrà servire a migliorare la situazione in Consiglio dove la maggioranza non pare più in grado neanche di garantire il numero legale?

«Posso essere chiaro e franco? Questo è ciò che ho chiesto ad Oliverio. Serve fare chiarezza e capire chi è all’interno di questo percorso e chi no. Se non ci sono i numeri ce ne andiamo a casa, se ci sono allora governiamo ma con grande serietà, perché le contraddizioni emerse in questo Consiglio regionale sono quantomeno disdicevoli e determinati da saltimbanchi e doppiogiochisti. Chiedo ad Oliverio di fare chiarezza al più presto: si deve capire chi è contro e chi a favore della Calabria. Oliverio adesso sta prendendo più forza e si capisce che è stato il Pd a penalizzare la nostra Regione. Il Pd ha mantenuto il commissariamento di Scura e la cappa del centralismo nordista a governare la Calabria. Devo invece dire che ho riscontrato un grande senso di responsabilità delle forze di minoranza in occasione delle ultime sedute di Consiglio regionale. Il che non significa inciucio o consociativismo, ma esaltazione delle Istituzioni e la voglia di superare ogni tipo di schema ideologico e andare verso uno schema ideale».

 

Riccardo Tripepi